Festa “contenuta” per Mattarella, accolto da Deidda

18 ottobre 2018 | 08:46
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Festa “contenuta” per Mattarella, accolto da Deidda
Festa “contenuta” per Mattarella, accolto da Deidda
Festa “contenuta” per Mattarella, accolto da Deidda
Festa “contenuta” per Mattarella, accolto da Deidda
Festa “contenuta” per Mattarella, accolto da Deidda
Festa “contenuta” per Mattarella, accolto da Deidda

dall’inviata Elisa Venturi

I sindaci del comprensorio del Cuoio c’erano tutti oggi 18 ottobre a Pontedera. Erano lì con il tricolore ad accogliere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oggi in città in occasione del 40esimo anniversario della morte di un altro Presidente, il terzo della storia della Repubblica, il primo della Democrazia Cristiana. L’unico di Pontedera. I sindaci del Comprensorio c’erano tutti, ma non tutti avevano la fascia tricolore. La sindaco di Santa Croce sull’Arno Giulia Deidda, infatti, indossava la fascia blu: è stata lei, in qualità di facente funzioni di presidente della Provincia di Pisa, ad accogliere e accompagnare Mattarella prima al Teatro Era e poi in biblioteca.

“Un onore e un’emozione immensa – ha detto – per una come me che è donna delle istituzioni. E’ stato bello partecipare al corteo, vedere la gente felice sorridere, salutare, agitare la bandiera. E poi i bambini: per la Repubblica è un bel segnale”. Un onore, questo, davvero raro e che resterà di certo tra i momenti più significativi della per ora brevissima carriera da presidente della Provincia di Deidda. 
La giornata
Inizia dal passato, continua nel presente e termina guardando al futuro – quello che i giovani sapranno costruirci – il viaggio del presidente della Repubblica a Pontedera. Una maratona per chi deve seguirlo, a partire dall’imponente dispiegamento di forze che saltano da un cordone di sicurezza all’altro. E’ una festa “contenuta”, quella della città per Mattarella: guidata e arginata tra transenne, divieti e strade chiuse, con forze dell’ordine a ogni incrocio e rotatoria. In una città, a dire il vero, che lontano dalle vie battute dal corteo presidenziale ha continuato a fare le sue cose e vivere la sua vita. Lungo le vie “battute” dal presidente, però, il tricolore era tanto, come l’attesa e l’entusiasmo di vedere da vicino il Presidente, che non si è sottratto a saluti, sorrisi e strette di mano. Con i giornalisti ha parlato poco: quello che aveva dire, lo ha detto ai microfoni delle due tappe previste. Non ha parlato, invece, al cimitero della Misericordia, dove è arrivato accolto da sindaco e governatore, mentre la famiglia Gronchi era già entrata. La figlia Maria Cecilia Gronchi in testa, accompagnata dalle figlie e dai nipoti. “Mi ha telefonato personalmente, è stato emozionante” così la figlia racconta come ha ricevuto la notizia che Mattarella sarebbe stato a Pontedera per ricordare suo padre. “Ci conoscevamo da ragazzi. Mi ha chiesto dove avrebbe potuto ricevere informazioni in più su mio padre e gli ho detto che ci saremmo visti qui” e sull’attuale situazione politica, la figlia del presidente eletto alla Costituente e tra i fondatori della Dc dice: “Non mi intendo molto di politica, però temo che si starà rivoltando nella tomba”. Sulla tomba di Gronchi che fu la prima carica dello Stato dal 1955 al 1962, Mattarella non è rimasto molto e la visita è stata comunque in forma privata, con i giornalisti fermi fuori dal cimitero. 
Unico momento di calma, questo, prima di una mezza giornata effetto domino per chi racconta, dato il programma stringente dislocato in punti diversi della città e dato anche il protocollo presidenziale prevede un ambiente “bonificato” all’ingresso del presidente in un luogo.
Al Teatro Era il primo intervento lo ha fatto il sindaco Simone Millozzi che ha dato il benvenuto a Pontedera ricordando brevemente la figura di Gronchi. Poi ha preso la parola il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, con un intervento puntuale e preciso, dal punto di vista storico e politico ricordando la figura di Gronchi in un momento difficile per l’Italia dal 1944 in poi. Rossi nel suo intervento ha anche accennato a Machiavelli citando i discorsi sulla Prima Decade di Tito Livio, esortando tutti a ritornare ai valori della Repubblica e citando proprio Gronchi ha voluto ribadire che la democrazia non è un bene assoluto, ma un percorso che fa parte della storia faticosa di un popolo. Rossi ha anche ricordato l’impegno che Gronchi profuse nella ricostruzione di un tessuto economico della provincia di Pisa dopo la guerra, negli anni della ricostruzione. (continua a leggere dopo le foto di Enrico Damiani)

“Una risolutezza nel tenere ferme le proprie origini ha caratterizzato l’azione di Gronchi”. Ha detto Mattarella prendendo la parola al Teatro Era. Ha ricordato l’attività politica e sindacale che il futuro presidente di Pontedera svolse, a cominciare dal periodo fascista. Poi il suo ruolo nel ’44 per il patto di Roma. Mattarella ha ricordato anche come Gronchi si impegnò nella creazione di nuovi posti di lavoro e per la distribuzione della ricchezza, punto chiave della sua azione anche al ministero dell’economia prima di essere scelto come presidente della Repubblica.
“Gronchi – ha detto Mattarella – era stato relatore alla Costituente della ratifica del patto di pace e fu avversato dagli esponeti del vecchio regime”.
Mattarella ha tracciato quindi un profilo dell’azione politica di Gronchi nel suo settennato, in un periodo complesso e difficile per l’Italia a distanza di circa 14 anni dalla fine della guerra, in una fase estremamente articolata per la politica internazionale sul Mediterraneo. Mattarella ha poi ricordato come Gronchi fu tra i promotori della futura Unione Europea. Dicendo “Unione europea che, pur con lacune e contraddizioni, ha assicurato un patrimonio di pace e benessere”. Qui dalla platea è scattato un applauso spontaneo.
Quello di Gronchi fu il settennato del boom economico, ha sottolineato il presidente della Repubblica. “E qui Gronchi dimostrò grande attenzione sui processi economici e di pace, lavorò per avere continue linee di credito dagli Stati Uniti”. Il lavoro di Gronchi permise all’Italia un pieno superamento del ruolo di ex nemico degli Stati Uniti nella politica atlantica creando i presupposti per avviare la piena ripresa economica.
“Gronchi evitò anche finanziamenti inflazionistici dell’economia e della moneta italiana” ha sottolineato Mattarella. “Poi verso la fine del settennato, l’instabilità politica basata sul superamento delle forme di governo centristico, cambiò nel ’55 l’ambito in cui il presidente operava. Gronchi nella costituzione trovò la ‘cassetta degli attrezzi’ per far intervenire la prima carica dello Stato nello scenario politico”. Concludendo Mattarella ha detto: “Gronchi ha avuto il merito di sapere integrate i ceti popolari nella vita democratica”.
Alla biblioteca Gronchi, l’attenzione è stata sui giovani”In questi luoghi inalterati – ha detto Mattarella guardandosi intorno – si è passati dalla fatica del lavoro a quella dello studio. Sembra un luogo nato per i libri che qui stanno magnificamente. Vedere giovani dediti allo studio dà fiducia e la fiducia va sempre incrementata”.
Tra le poche mani che il presidente Mattarella ha stretto percorrendo il breve corridoio della biblioteca c’è quella di Simone Silvestro Cassani, segretario dei Giovani Democratici del Cuoio: “Sono stato tra i pochi a stringere la mano al presidente, un’emozione e un ricordo grandissimo che porterò sempre con me e che mi spronerà in futuro a fare meglio e a fare di più per il nostro Paese”. Con lui anche altri giovani del Cuoio: per Chiara Profeti è stata una “Bellissima esperienza ricevere gli auguri e un grande incoraggiamento per lo studio da parte del Presidente della Repubblica, è stato emozionante” e per Lorenzo Tazzini è stata “Una bellissima occasione per gli studenti di incontrare la massima istituzione del Paese”.
Le curiosità
Degli 11 corazzieri – la guardia d’onore del Presidente – che oggi ha accompagnato Mattarella, uno è nato a Pontedera e cresciuto in Valdera e qui ha ancora la sua famiglia e ha colto l’occasione per fermarsi a salutarla. 
In occasione della visita di Mattarella a Pontedera, Poste Italiane ha emesso un annullo filatelico in memoria di Giovanni Gronchi.
L’annullo filatelico speciale riproduce l’immagine del presidente Gronchi all’interno della scritta “Omaggio a Giovanni Gronchi nel 40esimo anniversario della morte”.
Potere al Popolo Valdera
“Potere al Popolo della Valdera non saluta con entusiasmo la presenza del presidente della Repubblica Mattarella nella città di Pontedera. Molti sono gli episodi di questi mesi che offuscano il nostro rapporto con questa istituzione, non per le dichiarazioni, per le esternazioni o le lettere di accompagnamento, ma soprattutto per gli atti che possono incrinare l’architettura costituzionale, di cui dovrebbe essere il garante assoluto. Il Decreto Salvini mette in pericolo i principi sottesi all’articolo 10 della Costituzione che regolamenta il diritto d’asilo con l’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, il raddoppio della durata massima di soggiorno nei Cpr e soprattutto la sospensione della procedura d’asilo per chi abbia subito una condanna di primo grado, norma che confligge palesemente anche con l’articolo 27 (presunzione di innocenza) e art.24 (diritto alla difesa).

La Costituzione della nostra Repubblica non tutela solo i cittadini italiani, ma tutti coloro che in qualche modo attraversano il nostro territorio e la nostra giurisdizione, indipendentemente dalla nazionalità, ma tutela sopratutto coloro che fuggono da paesi nei quali le libertà democratiche sono calpestate.
Il decreto che limita il diritto d’asilo fa il mondo un luogo meno sicuro e accogliente, non aumenta la sicurezza dei cittadini italiani perché la sicurezza si alimenta ovunque dalla solidarietà, la compassione e l’aiuto reciproco tra gli stati e gli esseri umani.
Chiediamo al Presidente una maggiore attenzione ai decreti e alle leggi che vengono sottoposti alla firma: il principio di garante non può essere messo in discussione da opportunità politiche e lo scivolamento della nostra repubblica nata dalla lotta antifascista in un neo autoritarismo becero, ci preoccupa e ci indigna”.

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