Consulta San Donato: “Ci sentiamo non ascoltati”

11 ottobre 2018 | 10:14
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Consulta San Donato: “Ci sentiamo non ascoltati”

“In questi 4 anni abbiamo fatto assemblee pubbliche, incontri e sopralluoghi, ma oltre alle canoniche parole ‘L’amministrazione ha già fatto la sua parte’, non abbiamo visto altro. Dopo i sopralluoghi con amministrazione pubblica, genio civile, consorzio di bonifica, a oggi, non abbiamo riscontri sugli impegni presi”. E’ quanto scrive, in una lettera aperta, il coordinatore della consulta di San Donato Giancarlo Fiaschi.

L’obiettivo della Consulta, ci tiene a precisarlo Fiaschi, “non è una sfida: intendiamo solo sollecitare di più al problema gli interlocutori, perché ne abbiamo ancora tanti di problemi, oltre a quelli messi ora in evidenza”. Eccoli, allora, i problemi. “Le associazioni della Consulta di San Donato, facendo un’analisi di questi quattro anni di impegno collegiale, sono insoddisfatte per i risultati ottenuti. Infatti in questa zona abbiamo rilevato che l’assetto idrogeologico è completamente abbandonato a se stesso. La questione centrale l’erosione al ponte, per la quale ci sono stati promessi interventi finanziati dalla Regione, 100.000 euro nel 2018 e 400.000 nel 2019, ad oggi non si vede muovere niente. Ci dobbiamo solo fidare delle parole del Genio Civile, che sempre ci ha ripetuto che la frana è monitorata e ad oggi non desta preoccupazione. L’erosione si avvicina sempre di più alla strada e la popolazione non è tranquilla. Le pompe di sollevamento, che avrebbero risolto un altro annoso problema quello del ristagno delle acque con conseguente inondazione di scantinati in una parte di San Donato, vicino alla vecchia pompa di sollevamento. Il rapporto fra la ditta incaricata e l’amministrazione si è interrotto e pertanto i lavori sono sempre fermi”.
Rispetto alla tubatura più grande su rio Pratuccio, poi, “nel primo tratto a fianco dell’interporto, quella zona in inverno rimane per diversi giorni allagata a causa della poca possibilità di scolo del rio stesso, considerando che la tubatura è piccola e più soggetta a ostruirsi. Sempre su rio Pratuccio, i tecnici comunali e l’assessore Marzia Fattori in accordo col Consorzio, ci avevano parlato della possibilità di deviare il rio, facendo passare le acque chiare di campagna, fuori della pompa di sollevamento, per evitare che nei momenti di forte pioggia si ripetesse il rincollare dell’acqua con quella del centro abitato. La parte finale del rio stesso è intubata ed anche il tecnico del Consorzio, si dimostrò preoccupato, per l’usura che aveva notato. ‘Per evitare guai – ci è stato detto – sarebbe meglio riaprirlo’ ma ad oggi è tutto fermo. Se frana il tubo, San Donato va sott’acqua. Anche il rio Nuovo che è stato ripulito nel primo tratto, per alcuni anni dimenticato, c’è il problema dell’acqua stagnante anche in estate e non ci sono scoli per giustificare tale presenza. Per questo si è pensato a una perdita di acqua dalla tubazione dell’acquedotto, che di lì passa. Per due volte, io Coordinatore, ho accompagnato dei tecnici di Acque a controllare, ma anche qui è lettera morta. Il viale Leonardo da Vinci è ricoperto dall’erba e dalla vegetazione, alberi spontanei, canneti e rovi, in particolare vicino al distributore del metano. Pensiamo che questo stato di degrado lungo una strada pubblica importante, esprime l’abbandono di questa frazione. I resti del cantiere del nuovo ponte, sparsi nei campi e lungo il fosso limitrofo alla Bretella del Cuoio e il cantiere alloggio, privato di tutti i manufatti, rimasto lì nel degrado con pochi resti. Anche questo a parere nostro, dopo tanto tempo non ha più senso e andrebbe smantellato. A questa situazione precaria si aggiunge l’inciviltà di certi cittadini, che da Ventignano a San Romano hanno ridotto l’argine dell’Arno a una discarica a cielo aperto: ci viene buttato di tutto. L’argine sinistro è una foresta incontrollata e anche questo è un grave problema. L’inciviltà dell’abbandono continua anche in campagna e all’interporto. Su questa questione così dirompente e disumana, l’amministrazione pubblica deve dare delle risposte più incisive. Noi come Consulta, ci sentiamo non ascoltati, nonostante il prodigarsi costante, del consigliere comunale Paolo Redditi”.