





Il maestro Pietro Adragna, fisarmonicista di fama mondiale, ha alternato pezzi noti tra cui Oblivion di Piazzolla a brani tratti da L’italiana in Algeri di Rossini e brani non conosciuti dal grande pubblico ma particolarmente significativi come Heart of the immigrants di Buzzurro. In uno spettacolo, quello di ieri sera 3 ottobre, organizzato al teatro Verdi di Santa Croce sull’Arno per celebrare la Giornata delle vittime dell’immigrazione.
La serata è stata voluta dall’amministrazione comunale in accordo con il Tavolo della Memoria (Aned, Anpi, pro loco di Santa Croce sull’Arno, Associazione Arturo, Pubblica Assistenza, Istituto Comprensivo di Santa Croce sull’Arno, Servizi Educativi, Comitato della Memoria, Servizi Culturali, associazione Rock City) per ricordare il 3 ottobre 2013 quando, a poche miglia dal porto di Lampedusa, un’imbarcazione libica usata per il trasporto dei migranti, naufragò. Il naufragio è considerato uno dei più gravi mai accaduti nel Mediterraneo. Ci furono 368 morti accertati e circa 20 dispersi presunti: i migranti salvati furono 155 di cui 41 erano minori ed uno solo era in viaggio con la famiglia. La stragrande maggioranza delle persone proveniva dall’Eritrea. Alcuni anni dopo, per ricordare quella tragedia, è stata istituita la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione”. La Repubblica Italiana riconosce il 3 ottobre come giornata per ricordare chi “ha perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria”.
“Crediamo – ha detto la sindaco Giulia Deidda – che così come è importante e necessario ricordare le vittime delle guerre a cui abbiamo partecipato, così come è importante ricordare le vittime del lavoro e sostenere ogni azione per garantire la sicurezza nei luoghi del lavoro, così come ricordiamo tutte le persone a cui riconosciamo il ruolo di vittime, coloro i quali, loro malgrado, sono morti per eventi non direttamente provocati da loro stessi ma da vicende più grandi di loro, così crediamo che sia importante ricordare tutti coloro che mettono a rischio la loro vita, dei figli, spesso minori, per sfuggire a condizioni di vita che, per noi, che abbiamo avuto la fortuna di nascere nella parte apparentemente “giusta ” del mondo, sono perfino inimmaginabili”. L’assessore alla Memoria Mariangela Bucci ha aggiunto: “Partendo da quel – Mai più – che è stato il grido degli uomini liberi dopo la tragedia dei campi di concentramento, non vogliamo macchiarci mai più della colpa dell’indifferenza, della assuefazione, del voltare la testa dall’altra parte”.