“Un’ottima annata”, San Miniato alla vendemmia 2018

7 settembre 2018 | 13:33
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“Un’ottima annata”, San Miniato alla vendemmia 2018

“Di questa annata sono molto felice. In questo posto c’è un’uva fantastica, in condizione invidiabile. Mancava da tanto un’annata così”. È difficile trovare Leonardo Beconcini scontento della sua uva, ma neppure sentirlo così tanto carico è facile. Se l’estate segnata da piogge regolari è stata un cruccio per gli operatori della costa, ha dato i suoi frutti agli agricoltori, che hanno dovuto annaffiare poco. Di questa estate resta il caldo diurno, ma il fresco della notte è già un assaggio di autunno, che significa da sempre vendemmia. Sulle colline di San Miniato, il primo a partire, quasi sempre, è proprio Beconcini, visto che le sue viti di tempranillo sono tra le prime a fruttificare.

“Già da lunedì, comunque – racconta – inizieremo con i bianchi”, segno che tutti sono pronti ormai alla raccolta. “Quest’anno si vendemmia prima del normale ma abbiamo avuto un’estate molto regolare, con notti fresce, pioggia a intervalli regolari anche a luglio e agosto e questo farà differenza. Credo che ci sarà anche tanto tartufo”. Impossibile non legarli. Perché San Miniato sta facendo dell’enogastronomia un vettore di sviluppo e anche perché con la terra non si sbaglia e sulla terra si può influire, ma solo in parte. La terra va ascoltata e compresa, prima che coltivata, per avere prodotti che siano diversi e peculiari. Dallo studio e dalla ricerca di Leonardo è (ri)nato il tempranillo e dalla capacità dei tartufai di non compromettere il suolo dipende l’estrazione del tartufo. Molto, invece, c’entrano il marketing e la comunicazione, che a poco servono, però, senza i prodotti. E senza un territorio che lavora dalla stessa parte. Per questo i Vignaioli di San Miniato hanno scelto di fare squadra e associazione, continuando a crescere, non senza qualche sacrificio. Dopo anni in cui erano prima diminuiti e poi rimasti stabili, quest’anno i produttori di vino raccolti dall’associazione di San Miniato sono aumentati, portando a 10 i piccoli produttori locali grazie a nuove, piccole, aziende nate da poco dall’idea di giovani produttori e subito entrate in associazione. “Quando ci affacciamo nel panorama delle fiere sappiamo di essere troppo piccoli per stare da soli. Siamo ancora troppo piccoli anche come produttori di San Miniato, ma siamo anche felici di vedere nuovi arrivati. Il ritorno alla terra è una cosa importante, che valorizza il lavoro di tutti. Non siamo il settore produttivo prevalente, al momento, ma siamo un settore produttivo. Ciascuno di noi crea lavoro, anche perché la terra vuole cura costante e da soli è impossibile”. D’altra parte anche bere, da soli, ha un sapore diverso che in compagnia. E il vino con il quale, da fine inverno, si inizierà a brindare sarà ottimo. “La quantità è più o meno la stessa, anche perché se aumenti troppo la quantità, rischi di perdere in qualità. Quest’anno abbiamo avuto veramente una condizione particolare, come non si vedeva da anni. Un’annata equilibrata che farà bene alle bottiglie. La quantità è standard, ma giusta per la qualità che cerchiamo: il livello delle uve è alto. Posso davvero dire che sto raccogliendo un’uva come vorrei averla tutti gli anni, con rese interessanti. Andare nelle fiere con le bottiglie di quest’anno sarà un piacere”. Non ancora disponibili per quella più imminente, la mostra mercato del tartufo bianco pregiato. “Ci stiamo già preparando e abbiamo diverse sorprese. Le difficoltà non mancano, ma quelle ci sono sempre e si superano insieme”. Insieme è la parola chiave. Che non vale solo per i produttori tra loro ma anche per le singole aziende. “Oggi, sempre di più, dobbiamo unire alla parte di produzione anche quella di ricezione e di organizzazione eventi”, facendo delle vigne e delle cantine dei luoghi di accoglienza, dove il vino e gli altri prodotti si annusano e assaggiano, ma dove si guardano anche, nel loro habitat, dove crescono ogni giorno. 

Elisa Venturi