


Occhi al cielo, risatina sotto i baffi oppure sbuffo e girata di spalle sono reazioni per niente rare in questi giorni di agosto. Quando, oltre al caldo, a soffocare è la calca di gente in cerca di divertimento, a tutti i costi. Per qualche strano motivo, il divertimento è associato al rumore e alla scompostezza che, però, quando si è in tanti in uno spazio piccolo, possono essere davvero fastidiosi. Farsi notare va bene, ma meglio essere indicati che additati, come fa il perfetto tipo da spiaggia.
Tra cose note e qualche accenno alle tendenze, come si sta in spiaggia – ma con garbo – IlCuoioindiretta.it lo ha chiesto a Stefano Agnoloni, esperto di bon ton, galateo e lunch time e anche un notissimo sanminiatese.
“Non serve essere belli o ricchi per sapersi comportare” ricorda. Il bello del galateo, alla fine, è che funziona su tutti perché si basa sul senso della misura e sul rispetto per gli altri. Cose per niente in contrasto con il divertimento e che, anzi, lasciano divertire anche chi ci è accanto. “C’è un galateo che fa da riferimento – precisa Agnoloni -, ma poi ci sono anche le persone e la propria voglia di stare bene” alle quali il galateo un po’ si piega. Non si spezza però. Perché succede che se una cosa ti fa stare a disagio, poi si vede che non ti senti in ordine o risulti goffo. E allora meglio la t shirt della camicia se hai preferito chiacchierare con un amico piuttosto che stirare.
“Prendersi cura di sé deve essere fatto prima per se stessi e poi per farlo vedere agli altri. Ogni persona dovrebbe sentirsi sempre in ordine, perché questo cambia anche l’atteggiamento, fa essere più sicuri”. Con il termine “appropriati” a fare da parola chiave: comodi per il mare, decenti per il bar o lo stabilimento, chic per il pool party o la festa in spiaggia.
Uomo da spiaggia
Iniziando da una bella notizia: “L’uomo con un po’ di pelo e pancetta ci piace, ce lo teniamo”. Gli chiediamo, però, di evitare lo slip e optare per un bel boxer, a fiori o millerighe, che si intoni alla sua fisicità, come una cravatta. Il pelo ok ma non troppo, magari tenuto corto con la macchinetta, per un effetto macho, ma ordinato. Il costume, per l’uomo come per la donna, segue la fisicità: vestirsi è una magia che esalta i pregi e nasconde i difetti. Succede allora che lo slip torna di gran voga ma per gli uomini alti e senza pancia. Il boxer si adatta a quasi tutti anche se quello lungo è sconsigliato ai “diversamente alti” perché tende ad accorciare. Da evitare la mutanda che spunta dal boxer, eredità di qualche estate fa e da relegare ai ricordi. Canotta bandita dagli outfit maschili, di qualsiasi tipologia: meglio una t shirt che copre le spalle e anche la peluria ascellare.
Da qualche anno il borsello tracolla ha sostituito il marsupio ma anche per lui il tempo è finito. Ora c’è la busta da uomo che si porta a mano oppure lo zaino, che è tornato molto anche per l’ufficio, meglio se di piccole dimensioni.
Donna da spiaggia
Donne avvisate allora: più che dall’uomo perfetto, lasciatevi sedurre da quello appropriato. Come il vostro outfit: il topless è tramontato, quindi ecco qualche consiglio per vestirvi. Partendo da una certezza: “Il vedo non vedo è molto più attraente perché incuriosisce”. Tanto che “per le ragazze c’è il ritorno dell’intero. Ce ne sono di bellissimi, come quelli aperti sui lati”, i cosiddetti trikini. Approdati gli scorsi anni nelle siagge più trendy, iniziano a vedersi sempre più spesso in giro. “Attenzione, però: stanno bene con un bel corpo perché un difetto ce l’hanno, quello di accentuare le piccole imperfezioni”. Il due pezzi resta un must, sempre rapportato con la fisicità.
Consigli per tutti
L’infradito di plastica ormai è dappertutto, anche se il suo posto è la spiaggia, non la passeggiata. Per un fatto di estetica, ma anche perché alla lunga non fa bene al piede. Per un giro in città, meglio una scarpa da ginnastica che una ciabatta. La passeggiata in spiaggia, invece, tra la sabbia e l’acqua, va bene – e fa bene – scalzi, perché si porta dietro quell’effetto nature e un po’ wild che fa tanto vacanza, oltre a riattivare la circolazione e il buonumore. Per il galateo, magari, non sarà di buon gusto, ma nel 2018 ormai cambiarsi in spiaggia è possibile: con garbo certo, senza mostrare alle persone cose che non vorrebbero vedere.
Il costume si usa in spiaggia: al bar o allo stabilimento si va con un bermuda o un pantaloncino. Per le donne prendisole o pareo. Molto belli ed eleganti, oltre che comodi, sono i cappelli “meglio se in paglia” e gli occhiali da sole, “da togliere, mi raccomando, quando si fanno le presentazioni”.
Tra acqua, sabbia e sole sono sconsigliati gioielli e trucco, così come i tacchi, zeppa compresa, nella logica che meno è meglio. “Da sfoderare poi la sera, magari a cena o per una passeggiata che lasci tutti a bocca aperta”. Lo stesso vale per i tatuaggi, anche se in questo senso la storia è cambiata. “Non sono più da anni ormai prerogativa di marinai e galeotti e sono talmente diffusi da essere tendenza”. Impossibile, quindi, dire di no. “Io non ne ho, ma mi piacciono molto, purché siano in zone nelle quali i segni del tempo influiscono meno oppure che, se necessario, si possano coprire. Mi piace pensare che quel segno indelebile racconti una storia precisa, qualcosa che valga la pena tenere lì e che non cambi significato con il tempo. Molti si pongono il problema di come quel segno cambierà da anziani, io però credo che la nostra sarà una generazione di anziani tatuati. Spero con buongusto e moderazione”. Che non è mai, comunque, un dato oggettivo. “Io per primo un pochino ostento nel mio dress code, lo faccio perché per un uomo non è facile personalizzarsi nell’abbigliamento, farsi notare. Però c’è un abbigliamento per tutto, che parte da sé, dalla propria corporatura e anche dal carattere. Essere appropriati e alla moda non vuol dire copiare gli idoli, anzi. A volte un capo che sta benissimo sulla star del momento non ci valorizza per niente. Quindi meglio valorizzarsi che copiare”.
Elisa Venturi