


“Sfido qualsiasi allevatore ad arrivare a fine anno in utile, perdendo ogni anno il 20% del bestiame”. Le paure degli allevatori si sono prese la scena ieri sera (giovedì 12) a Corazzano all’interno dell’azienda agricola “Romilda”, in occasione dell’incontro organizzato da Giovanni Cialdini. Al centro del dibattere una paura fra le più antiche nel mondo dell’allevamento: il lupo, la cui presenza anche nel nostro territorio è stata confermata dall’allarme di alcuni lavoratori del settore.
Specie protetta, non può essere soggetta ad abbattimenti. Da qui la soluzione proposta all’incontro. Quella portata avanti da anni da Ezio Maria Romano, 56enne, piemontese, esperto di cinofilia, che dal 1999 seleziona e addestra in giro per il mondo appositi cani da guardiania anti lupo, capaci di sviluppare un senso di gelosia (e quindi di protezione) verso il gregge che dissuade perfino i lupi dall’idea di avvicinarsi. Uno strumento che sembra aver risolto i problemi di molti allevatori, anche in Italia, e che adesso potrebbe arrivare pure nelle vallate del Valdarno. “Per anni cinefili e allevamenti professionali hanno portato avanti una serie di miti sul cane da guardiania – ha dichiarato Romano. – Si promuovono il maremmano-abruzzese, quello dei Pirenei e del Caucaso. Ma nessuno di questi poi risolve il problema”. Fra un commento ad un altro, di fatto, una vera e propria lezione di etologia, corredata di decine di foto in Turkmenistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Mongolia, Iran, Anatolia, Georgia, Macedonia, altri Paesi dell’Est europeo, a fianco di pastori con i fedeli amici a quattro zampe. “Non ce n’è uno uguale all’altro, sono tutti incroci – ribadisce -, gli unici che garantiscono un’efficace protezione alle greggi. Il cane di razza pura è un ‘sottoprodotto’ dei meticci che un tempo lavoravano a fianco dei pastori. La ricerca della purezza ha fatto perdere l’istinto primario di dominanza che portava il cane a difendere le mandrie. Il cane perfetto per evitare i è quello che gli assomiglia di più”.
Lezione molto apprezzata dai presenti, fra cui numerosi allevatori della zona. Imprenditori provenienti da Castelfiorentino, Vinci, ma anche dal senese, da Arezzo, da Grosseto. Alcuni (pochi) con la loro storia di greggi colpiti, altri (i più) con la paura prima o poi di doverci fare i conti. “I lupi in questa zona ci sono eccome – spiega Cialdini –. Io li ho visto personalmente con i miei occhi, due anni fa, mentre sbranavano le mie pecore senza che potessi far niente per aiutarle. Nel 2017, poi, ci sono stati momenti in cui ogni notte perdevo un animale, per un totale di una ventina di capi uccisi. Dall’inizio di quest’anno, invece, ne ho già persi 14”. Ma le difficoltà degli allevatori, in realtà, sono legate soprattutto agli effetti psicologici che gli attacchi notturni producono nella testa di tutto il gregge. “Dopo gli ultimi attacchi ho provato qualche notte a dormire con le mie pecore – racconta Cialdini -: sono veramente terrorizzate, stressate, non si rilassano mai e praticamente non dormono. Così smettono di produrre latte, mentre quelle gravide finiscono per abortire. In tutto questo noi non abbiamo ne risarcimenti veri, né sostegni. Se davvero questi cani non di razza sono adatti allo scopo dovremmo essere agevolati all’acquisto di questi animali, non delle razze promosse dai bandi”.
E c’è già chi invoca un cambio di passo dal punto di vista legislativo. “Io ho invitato tutte le istituzioni, a cominciare dal consiglio regionale. Compreso Rossi. – continua Cialdini, noto protagonista dell’eclatante contestazione finita nelle cronache nazionali due anni fa, con tanto di secchiata di letame, alla Festa Democratica di San Miniato Basso. – Ma nessuno della giunta regionale si è fatto vedere”. Unico presente oltre agli allevatori, il consigliere regionale della Lega Roberto Salvini. “Per anni, seguendo le filosofie e le mode ambientaliste, fra anni ’70 e ’80 si sono tentati ripopolamenti del lupo. Il risultato è stato che per molto tempo si è alimentata anche una moda che ha alimentato il commercio di questi esemplari, con incroci sempre più pericolosi” ha detto Salvini. “Ecco che in Italia non ci ritroviamo più il lupo appenninico, ma anche molti ibridi ben più pericolosi. E’ venuto il momento di fare qualcosa soprattutto per questi, che non sono protetti dalle leggi. Sono animali da catturare e da rendere in qualche modo inoffensivi. Non possiamo accettare che gli allevatori si trovino da soli a fronteggiare questo fenomeno”.
Nilo Di Modica