
“Il 24 luglio ci butteranno fuori di casa, non sappiamo dove andare”. Chiede aiuto Giuseppe Buffolino, 45 anni, residente a Castelfranco di Sotto, che dopo un periodo di difficoltà si ritrova oggi a fare i conti con l’ufficiale giudiziario. Una storia come ce ne sono tante, in questi anni di crisi, anche in una regione come la Toscana dove un tempo non ci si era abituati. Storie che iniziano o finiscono, a seconda di come le si guarda, tutte sempre con la stessa parola: lavoro.
“Per molti anni sono stato impiegato in una ditta di costruzioni come muratore, così tiravo avanti la famiglia, come tutti – racconta Giuseppe che a Castelfranco di Sotto, nella casa in affitto che presto dovrà lasciare, ha moglie e due figlie, di 12 e 9 anni. – I problemi sono iniziati l’anno scorso, a gennaio 2017, con il licenziamento. Da allora malgrado gli sforzi non sono più riuscito a trovare qualcosa di stabile. Lavori e lavoretti, anche a nero. Ma niente che mi aiutasse ad avere un reddito stabile. Qualcuno di questi lavori non mi è stato neppure pagato, tanto che sono dovuto andare al sindacato e mi hanno detto che l’unica strada è passare per gli avvocati. Con la disoccupazione e la liquidazione sono riuscito ad andare avanti un altro anno ma alla fine non ce l’ho fatta. O davamo da mangiare ai figli o pagavamo l’affitto”. Una situazione che in casa riguarda tutti e due. “Anche mia moglie si è sempre arrangiata con alcuni lavori, facendo le pulizie in casa – racconta Giuseppe. – Ma alla fine non ce l’abbiamo più fatta. Dopo alcuni tentativi di mediare è arrivato lo sfratto e saremo costretti a lasciare la casa entro il 24 luglio e non sappiamo dove andare. Non chiedo scorciatoie, l’unica cosa che mi interessa e trovare un lavoro ed una sistemazione per la mia famiglia”. E intanto i giorni, per Giuseppe come per tanti altri nella sua situazione, passano.
Nilo Di Modica