Da Montopoli alla Nazionale, Carlotta Cambi in comune

6 luglio 2018 | 15:29
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Da Montopoli alla Nazionale, Carlotta Cambi in comune

Passione e tanto lavoro sul campo da gioco. Insieme a quella voglia di giocare che  Cambi, è il caso di dirlo, aveva nel sangue, e si era già presa la mamma ed il fratello. La pallavolista, giocatrice di volley in Serie A1 con il Bergamo e parte della nazionale, originaria di Montopoli, è stata ricevuta questa mattina in comune dal sindaco.

Un incontro informale, uno scambio di regali con il sindaco (la maglietta lei a lui, un piatto dei noti ceramisti montopolesi per lei) e quattro chiacchiere con una campionessa in ascesa che porta alto il nome del comune in cui tutto è iniziato. Una storia, quella della Cambi, che inizia fra le file dell’Asd Pallavolo Montopoli a soli quattro anni. “A spingermi a provare sono stati i miei genitori – racconta. – Mia madre e mio padre e mio fratello hanno fatto prima di me questo sport. Era normale che provassi”. Formazione, prime partite, primi ingaggi e squadre. Una carriera, quella della pallavolista classe ’96, che prende il volo nel 2011 fra le file della romana Volleyrò, in serie C e poi in B1. Poi Piacentina, Casalmaggiore, AGIL, Pesaro e Bergamo, serie A. Strada non facile, quella della pallavolo professionale. “Fino alle superiori mi allenavo tutti i giorni, tre ore al giorno – racconta la campionessa. – Poi gli appuntamenti giornalieri sul campo sono diventati due. Cinque ore tutti i giorni”.

“Stiamo cercando di mettere in evidenza ciò che di bello abbiamo nel nostro comune sul fronte dello sport – spiega, soddisfatto, il sindaco Giovanni Capecchi, che ha accolto Carlotta e la sua famiglia in comune insieme agli assessori Cristina Scali e Roberto Marzi. – In pochi giorni abbiamo celebrato due campioni, oggi Cambi, ieri Gianluca Mancini (leggi). Significa che a Montopoli abbiamo un tessuto sociale, associativo e sportivo in grado di produrre campioni e giocatori di valore. E’ un vanto per la società e per tutto il comune”. Strada non facile, quella della pallavolo professionale. “Fino alle superiori mi allenavo tutti i giorni, tre ore al giorno – racconta la campionessa. – Poi gli appuntamenti giornalieri sul campo sono diventati due. Cinque ore tutti i giorni”.

Nilo Di Modica