
Un nuovo stabilimento coperta di circa 12mila metri quadrati. Con un investimento complessivo di circa 15 milioni di euro, da realizzare nel corso di quest’anno e fino alla prima parte del 2019. A Santa Croce sull’Arno, nel nuovo stabilimento, il Gruppo Mastrotto inserirà circa 50 dipendenti, molti da assumere in zona. Il piano industriale del prossimo triennio del Gruppo Mastrotto è improntato alla crescita sui mercati internazionali, grazie ad un importante piano di investimenti.
Ed è proprio a sostegno della crescita che il gruppo conciario, con sede ad Arzignano, ha deciso di avviare la costruzione di un nuovo stabilimento produttivo a Santa Croce sull’Arno. La decisione della location è significativa, perché proprio a Santa Croce è attivo un altro importante distretto conciario del nostro Paese, che vanta quasi due secoli di storia. “Questa operazione industriale – spiegano – consentirà al Gruppo di assicurare ai propri clienti internazionali un prodotto made in Italy, con il completo controllo di tutte le fasi di produzione. L’investimento in Toscana non sarà effettuato per spostare dei volumi di produzione, ma per poter contare di un nuovo plant che sarà sinergico con gli stabilimenti ad Arzignano”.
Gruppo Mastrotto promette anche “avanguardia tecnologica e impronta industriale. Tutte le linee produttive potranno contare, infatti, sui più moderni impianti oggi a disposizione della tecnologia conciaria. Il nuovo stabilimento sarà progettato secondo moderne tecnologie costruttive e un attento utilizzo di tutte le risorse energetiche, al suo interno circoleranno esclusivamente mezzi di trasporto elettrici, mentre l’impianto fotovoltaico installato sarà il doppio delle dimensioni minime richieste di legge”.
“Pensiamo – spiega Santo Mastrotto, fondatore insieme al fratello Bruno del Gruppo – di poter esprimere sul territorio di Santa Croce non solo occupazione, ma anche gli altri nostri punti di forza quali organizzazione, know-how, tecnologia e rispetto per l’ambiente e inoltre pensiamo di poter imparare molto da un distretto e da una storia conciaria, quella toscana, di grande prestigio, che ha reso importante la pelle italiana nel mondo e ai quali guardiamo con grande rispetto. Riteniamo che questa ‘contaminazione’ tra un grande gruppo industriale come il nostro e la realtà industriale toscana, rappresenti un’operazione coraggiosa, visto l’importo dell’investimento previsto sul territorio italiano che rappresenta ormai una rarità nel panorama imprenditoriale del nostro Paese, che tende a guardare sempre più spesso all’estero e a delocalizzare. Siamo anche convinti che possa tracciare un percorso virtuoso, a suo modo storico e avanguardista, per il legame che andrà a creare tra i due principali distretti italiani della concia”.
La scelta del distretto toscano è, inoltre, stata determinata da un territorio favorevole agli investimenti. “A Santa Croce – prosegue Santo Mastrotto – abbiamo trovato la lungimiranza delle amministrazioni locali nel favorire nuovi insediamenti industriali e un’eccellenza nella gestione delle tematiche ambientali e nella depurazione industriale”.