





Ci sono la confusione e l’aggregazione. E’ un cencio vivo, che respira le contrade e anche la storia del Palio dei Barchini e di Castelfranco di Sotto. Un Cencio che è sceso dal cielo, calato in piazza da una finestra del muncipio. In primo piano il barchino, spinto sulle acque dell’Arno dalle braccia di un renaiolo, ai lati i quattro santi che danno nome alle contrade, mentre alle loro spalle svetta inconfondibile il campanile simbolo del paese. È questa l’immagine che da stasera entra nei sogni e nelle aspirazioni di ogni contradaiolo: l’immagine che i quattro ‘popoli’ di Castelfranco si contenderanno da questa domenica e per i palii venire, fino a quando una delle contrade non riuscirà ad appenderlo in sede per sempre.
Per adesso, il nuovo Cencio dell’artista Samanta Casagli ha preso posto in Collegiata, collocato a fianco dell’altare al termine della cerimonia di presentazione in piazza Bertoncini. Una cerimonia in grande stile, aperta dalla messa che da sempre precede la benedizoni dei barchini, di fronte ad un palazzo comunale trasformato stavolta da giochi di luce e fasci colorati. Uno scenario che ha fatto da sfondo all’ingresso delle contrade, arrivate in chiesa nello sfarzo e nei colori delle fogge medievali, prima di prendere posto in piazza di fronte alla scalinata del Comune.
“La prima cosa che ho voluto trasmettere con questo Cencio – ha spiegato l’artista – è un messaggio immediato, perché in questo tipo di manifestazioni la comunità si ritrova e si riunisce. Al centro dell’opera ho dipinto una rivisitazione degli antichi renaioli che prendevano la sabbia in Arno, insieme ai quattro santi che sono l’emblema e il senso di spiritualità delle contrade”.
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“In questa piazza – ha detto il sindaco di Castelfranco di Sotto Gabriele Toti – c’è la voglia di aggregazione e il senso di comunità che si ritrova nel Palio. Ed è lo spirito che è rappresentato in questo Cencio. Un’opera bellissima ed emozionante. Si vede che dietro c’è stato un lavoro importante. Complimenti per la scenografia che ha reso unica questa serata”. “Ho avuto l’onore di tenere il Cencio in casa per alcuni giorni – ha confessato il presidente dell’Associazione Palio Paolo Nuti – e ho avuto modo di apprezzarne tutta la bellezza”. Complimenti all’artista anche da parte del parroco don Ernesto Testi, colpito da un’opera che è riuscita a tradurre le tradizioni e insieme la devozione religiosa che fin dal Medioevo accompagna la storia dei castelfranchesi. Una spiritualità che da sempre, del resto, si rinnova ogni anno nel rito della benedizioni dei barchini, anticipata per la prima volta dal sabato al venerdì.
Al termine della benedizione, i responsabili delle quattro contrade, di comune accordo, hanno voluto consegnare a sorpresa una targa di riconoscimento per i propri musici e sbandieratori: “Perché senza di voi non c’è Palio” hanno spiegato gli ideatori dell’iniziativa.
Infine, l’estrazione delle contrade ha decretato l’ordine per le qualifiche ufficiali di domenica pomeriggio: inizierà la contrada di San Michele, seguita da San Pietro, San Bartolomeo e San Martino. A partire dalle 16, infatti, ogni contrada avrà 15 minuti di tempo per cercare di realizzare il miglior tempo con un equipaggio maschile e con uno femminile su un giro secco di piazza Garibaldi. I risultati delle qualifiche permetteranno di scegliere le corsie di partenza del Mini Palio e del Palio Rosa.
Giacomo Pelfer