Incidente a Poggio Adorno, indagini per omicidio colposo

7 giugno 2018 | 12:59
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Incidente a Poggio Adorno, indagini per omicidio colposo
Incidente a Poggio Adorno, indagini per omicidio colposo
Incidente a Poggio Adorno, indagini per omicidio colposo

Al momento di certo c’è solo l’unico atto formale fatto alla procura della repubblica di Pisa ovvero l’apertura di un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo a carico di ignoti. Le indagini si prospettano tutt’altro che facili: la polizia municipale di Santa Croce sull’Arno dal pomeriggio del 2 giugno sta lavorando in modo certosino, ma non sarà facile capire a chi ascrivere la responsabilità – o anche solo la corresponsabilità – della morte di Fabio Siess, il ciclista torinese, che nel pomeriggio del 2 giugno, mentre partecipava alla manifestazione ciclistica Tuscany Trail lungo il tracciato della via Francigena, è andato a sbattere contro una catena a Poggio Adorno nel bosco dopo essere andato presumibilmente fuori tracciato e si è procurato una grave lesione alla testa (Brutta caduta a Poggio Adorno, il ciclista è morto).

Due giorni dopo, purtroppo è arrivata la notizia della sua morte, nonostante l’intervento dell’elisoccorso Pegaso e il ricovero all’ospedale di area vasta di Careggi. Ora bisognerà capire perché quella catena era lì e di chi è l’eventuale responsabilità, ma la questione non si prospetta facile. Siess infatti alla fine di una discesa avrebbe dovuto svoltare e invece è andato dritto finendo contro la catena, che comunque sembrerebbe essere abbastanza visibile, anche se non segnalata con la fettuccia o con altri sistemi, probabilmente proprio perché si trovava fuori tracciato. Sicuramente l’imperizia su quel tracciato – presumibilmente era la prima volta che il ciclista lo affrontava – ha contributo all’incidente fatale.
Gli agenti, vista la gravità della situazione, hanno cercato fin da subito di cristallizzare, attraverso i rilievi, la scena che si sono trovati davanti al momento del loro intervento, ma questo non risolve i problemi che gli investigatori si troveranno a dover affrontare. In primo luogo c’è da definire quale codice di leggi applicare oltre al codice penale, ovvero capire se quel tracciato risponde al codice della strada oppure no. Al momento la seconda ipotesi sembrerebbe prevalere, in quanto quel sentiero che dovrebbe appartenere al tracciato della via Francigena non è dotato di segnaletica stradale e anche allo sbocco sulla viabilità principale non vi è uno stop o altra forma di segnaletica, quindi l’incidente rivelatosi mortale non sarebbe avvenuto su strada, ma in un sentiero, ecco perché al momento l’informativa di reato della procura parla di omicidio colposo e non di omicidio stradale, non essendo il fatto avvenuto in un ambito dove si può applicare il codice della strada. Poi ci sarà da definire, ai fini delle indagini, cosa è la via Francigena e a quale legislazione risponda: altra questione che al momento non sembra avere una fonte del diritto certa. In seconda battutta, ma qui probabilmente per gli inquirenti sarà più facile fare una valutazione, c’è da capire cosa sia dal punto di vista legale Tuscany Trail, non essendo una competizione, ma semplicemente per quanto è stato possibile capire fino a ora, un evento di ciclismo amatoriale, dove le persone si spostano sulle strade bianche e sui sentieri, senza essere in competizione tra loro e quindi vengono meno una serie di obblighi e di comunicazioni da parte degli organizzatori. Di sicuro alla polizia municipale di Santa Croce sull’Arno, ma probabilmente anche altre polizie locali dei comuni toccati nel tragitto, non era stata fatta alcuna comunicazione del passaggio di questo gruppo di ciclisti, che non era in un contesto competitivo e pertanto gli agenti non erano informati del passaggio. Merita ricordarlo: al momento sembrerebbe che non ve ne fosse nessun obbligo. Infine ci sarà da capire di chi è il terreno dove si trova la catena e a che titolo quella catena è stata messa e se era lecito che in quel punto vi fosse una catena senza una segnaletica accessoria che ovviamente non poteva esserci non avendo nessun ente avuto una comunicazione del passaggio dei ciclisti.
Tutte domande a cui non sarà facile dare una risposta, almeno nell’immediato da parte della polizia municipale di Santa Croce che è titolare delle indagini. Una serie di quesiti che in gran parte non saranno soddisfatti con le sole indagini tradizionali, ma che avranno bisogno di un’attenta disamina giuridica da parte degli inquirenti.

Gabriele Mori