





“In casa mia sono tutti periti agrari. Io, invece, sono barman. Ma mi sono trovato davanti a una scelta: andare all’estero o provare a coltivare i terreni di famiglia”. Alessio Achilli ha 21 anni e, almeno per ora, ha scelto la terra. E un luogo del cuore, quello di famiglia.
“Abbiamo un ettaro e mezzo circa a Vinci a olivi, con i quali produciamo il nostro olio. E avevamo questi 9 ettari a Orentano, alle Mee. La casina è sempre appartenuta alla famiglia Cristiani: il fratello di Amato, mio bisnonno Alfredo, aveva delle proprietà nelle vicinanze e in altri luoghi in Orentano avute in eredità dal mio trisavolo Marsilio. La maggior parte delle proprietà erano di tipo boschivo, poiché a quel tempo avere un bosco ad Orentano era avere un capitale. Poi, con il taglio delle pinete per ragioni sanitarie avvenuto in tutta la zona, oggi il bosco non ha più valore se non da un punto di vista di cicloturismo ed altre attività sportive. Mio padre, 13 anni fa, ha ereditato i terreni di mio nonno e successivamente nel 2016 abbiamo acquistato la casa di Amato e i terreni limitrofi, l’acquisto della casa ha avuto un effetto volano per realizzare le idee che da anni avevamo in testa. Amato Cristiani, alle Mee, faceva una festa per san Lorenzo e ci partecipava tutto il paese: mi piacerebbe, un giorno, tornare a organizzare qualcosa del genere”. Mettendo a frutto, in pratica, la sua formazione da barman in aperitivi e cocktail che hanno il sapore, il colore, il gusto e l’odore delle sue coltivazioni biologiche.
Intanto, 300 metri quadrati di quei 9 ettari sono coltivati a zafferano, saranno 500 ad agosto. “Poi speriamo di aumentare ogni anno”. Da marzo, dopo un anno di lavorazione, in busta ci sono i primi pistilli. “Abbiamo avuto l’idea dell’azienda agricola 5 anni fa. Ma in Italia le cose sono lente, quindi, facendo un passo alla volta, abbiamo intanto deciso di piantare lo zafferano l’anno scorso. Quest’anno abbiamo piantato ribes bianco, rosso e nero. Sono colture un po’ particolari: abbiamo anche ortaggi a rotazione, ma non avendo a disposizione grandi estensioni di terreno, abbiamo pensato che scegliere prodotti diversi dal solito fosse una soluzione. Ovviamente un po’ di timore c’è: lo zafferano è una pianta molto delicata, che va seguita egià in passato, in zona, sono state fatte delle prove con piccole quantità. Noi, però, siamo stati i primi a fare del luogo di produzione qualcosa da valorizzare, tanto da metterlo nel nome. Siamo contenti del risultato, finora, comunque. Dalla nostra, avevamo un terreno vergine da oltre 20 anni, con molta sostanza organica, vario ed equilibrato. Ci piaceva l’idea di legare il nome di Orentano a un prodotto ‘di lusso’, qualcosa che mancava”. Eccolo, allora, l’oro giallo di Orentano, che ridà vita a un terreno lasciato a se stesso e che crea un’economia nuova e diversa nella frazione di Castelfranco di Sotto. “Siamo all’inizio, ma abbiamo un business plan chiaro”. Che prevede, tra l’altro, il recupero della vecchia casa di Amatino. “Abbiamo deciso di iniziare e la strategia è semplice: reinvestire i ricavi”. E, anche se forse ci vorrà un po’ di tempo, Alessio sa di avere una vita davanti. E ha scelto dove vorrà trascorrerla.
Elisa Venturi