Da Carismi Credit Agricole, 200 milioni di euro al territorio

8 aprile 2018 | 18:02
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Da Carismi Credit Agricole, 200 milioni di euro al territorio

“Quando alcuni mesi fa sono arrivato qui, ho cominciato a studiare il distretto conciario, l’economia del territorio, le dinamiche produttive ed economiche locali e della provincia di Pisa e ho trovato una grande vivacità imprenditoriale nel comprensorio del Cuoio”.

A dirlo è il direttore generale della San Miniato, arrivato dopo l’incorporazione da parte di Credit Agricole-CariParma della banca, Massimo Cerbai, che aggiunge: “Ci sono nel distretto conciario molte aziende sane, che sono in controtendenza con il resto della provincia anche partendo dalla fotografia fatta dalla Camera di Commercio sul sistema bancario provinciale alcuni giorni fa (L’economia raccontata dai prestiti bancari). Noi, dall’inizio dell’anno, come Cassa di Risparmio di San Miniato, infatti abbiamo aumentato di 70 milioni di euro gli affidamenti alle aziende clienti di Carismi. Di queste, buona parte sono aziende dell’indotto conciario e posso anticipare che abbiamo già selezionato 500 imprese tra i nostri clienti a cui affideremo, sempre come Cassa di Risparmio di San Miniato, 200 milioni di euro nelle prossime settimane. Le varie erogazioni sono già state deliberate: denaro liquido che in gran parte è a disposizione anche in questo caso dell’indotto del Comprensorio del Cuoio”.
Dati, quelli che snocciola Cerbai, che partono da un assunto: “Le banche, visto quello che è accaduto in passato, sono molto attente e prudenti ad erogare soldi alle aziende. Da un lato ci sono le attività produttive di fascia alta, dove l’investimento della banca è considerato sicuro e a queste imprese in questo momento i soldi vengono erogati senza troppi problemi con tassi e servizio estremamente vantaggiosi. Nelle altre fasce, quelle della aziende che non offrono le stesse garanzie invece, da parte delle banche c’è molta attenzione a erogare affidamenti proprio per quanto accaduto negli ultimi anni nello scenario economico italiano e nell’accesso al credito. Rispetto ad altri distretti – continua il direttore generale Cerbai – nel comprensorio conciario e nei suoi indotti ho trovato diverse aziende che in qualche modo stanno continuando a crescere e a investire. Hanno sviluppato la filiera e si sono concentrate dietro alle firme dell’alta moda. Abbiamo trovato molti buoni imprenditori, con idee valide anche dal punto di vista dell’impegno territoriale, degli aggiornamenti tecnologici oltre che nel settore immobiliare, con l’obiettivo di realizzare missioni di qualità su cui per una banca come la nostra, che ha sempre attenzione all’economia locale per sua vocazione, merita investire, visto che pur essendo un colosso, Credit Agricole nasce come insieme di banche regionali e che quindi hanno come vocazione quella di prestare molta attenzione ai territori. Noi siamo una banca europea, ma il nostro scopo non è trovare il grande investimento, ma tanti investimenti nei territori proprio per la nostra connotazione”.
Estendendo lo sguardo sul resto della provincia di Pisa e sul sistema bancario, Cerbai riparte dall’analisi fatta dalla Camera di Commercio spiegando che: “in generale sul finanziamento di nuovi investimenti ad eccezioni di zone trainanti come il distretto cociario, vediamo che molte aziende non vanno al di là di quella che è un’attività ordinaria. Non ci sono livelli di investimenti straordinari che possano far scaturire un’ulteriore crescita e incrementi degli affidamenti nel resto della provincia di Pisa. Noi ci troviamo con tante aziende che sono liquide e che hanno un’attività limitata per quanto riguarda gli investimenti. Quindi credo che la flessione degli affidamenti di cui parlano i dati della Camera di Commercio vada letta in questa chiave”. L’altra faccia del sistema bancario è il credito al consumo su cui anche in provincia di Pisa la Camera di Commercio ha registrato un aumento della richiesta. Su questo il direttore generale di Carismi da una lettura positiva: “Il credito al consumo in Italia negli ultimi anni sta recuperando uno spazio, un gap che avevamo rispetto agli altri Paesi europei. Noi italiani siamo un popolo di risparmiatori e quindi avevamo un livello di indebitamento da parte dei privati più basso della media europea. Oggi è molto più facile accedere al credito al consumo e sono calati i tassi di interesse per effetto dell’andamento dell’Euribor. Sicuramente le banche sono liquide e hanno capacità di prestare denaro e la domanda sta aumentando, addirittura riusciamo ad erogare in prestiti in meno di 24 ore”.
Sulla stagnazione del settore edile poi Cerbai pone una particolare attenzione, tenendo conto che nei sistemi economici classici, quelli da manuale per capirci, di solito l’economia dopo una crisi ripartiva sempre dagli investimenti sull’edilizia. In questa fase forse ci troviamo di fronte a nuove dinamiche economiche: “L’immobiliare è quella che ha fatto veramente male negli anni passati, è vero che il primo settore che riparte, ma noi siamo molto cauti. E inoltre questo settore stenta a ripartire anche a causa del molto prodotto invenduto ancora disponibile sul mercato immobiliare. Spero che non ci sia una strettissima correlazione tra andamento generale dell’economia di un territorio e il mercato edile, in sostanza credo che forse ci si possa trovare di fronte a nuove dinamiche economiche rispetto alle teorie classiche”.

Gabriele Mori