





Un Cristo che porta su di sé tutti i mali del mondo: la Croce. Ma che dal primo segno attraverso cui si manifesta, la pelle nera, manifesta prima di tutto il dramma e la disperazione dei profughi e dei migranti condannati dall’indifferenza umana. E’ destinata a far parlare di sé l’ultima opera di Mario Rossi, per tutti a San Miniato ‘Maglietta’, ospitata in questi giorni di Quaresima nei locali della Misericordia.
Le Croci del Golgota, questo il titolo dell’opera, hanno però un unico protagonista, in mezzo a tre croci, una delle quali sulle spalle. “Non si tratta della tradizionale rappresentazione della Crocifissione del Cristo fra i ladroni, che infatti in quest’opera non ci sono – spiega l’artista, artefice da oltre trent’anni di una Natività a grandezza naturale ospitata nei luoghi simbolo di San Miniato. – Al loro posto nella simbologia del Golgota sono associati tutti i mali del nostro tempo, nessuno escluso. Dai femminicidi alle morti dell’amore fattosi vendetta, dalle guerre alle lotte per il salario e la desolazione della disoccupazione”. E poi quella carnagione, scura, come quella dei tanti profughi che quotidianamente e con mezzi di fortuna arrivano sulle nostre coste. “Volevo comunicare la disperazione dei profughi che si infrange ogni giorno contro l’indifferenza umana – racconta Rossi. – Una delle tante croci che affliggono questi tempi è sicuramente quella”. Un simbolo, per qualcuno anche una provocazione, che durante le feste natalizie era stato messo in scena, carne ed ossa, anche al presepe vivente di San Miniato, non senza qualche mugugno da parte dei partecipanti. “Provocare è far pensare, io l’ho sempre sostenuto – continua Mario, che in questi giorni si dedica ad un’altra scultura, dedicata a Don Milani. – Grazie alla Misericordia che ha capito il mio messaggio e voluto ospitarmi”.
Nilo Di Modica