I ragazzi del centro La Scala in mostra a San Miniato

20 marzo 2018 | 21:37
Share0
I ragazzi del centro La Scala in mostra a San Miniato
I ragazzi del centro La Scala in mostra a San Miniato
I ragazzi del centro La Scala in mostra a San Miniato
I ragazzi del centro La Scala in mostra a San Miniato
I ragazzi del centro La Scala in mostra a San Miniato
I ragazzi del centro La Scala in mostra a San Miniato

È firmata dai ragazzi del centro diurno “La Scala”, della fondazione Stella Maris, l’insolita mostra allestita da alcuni giorni nei locali al piano terra di Palazzo Roffia, nel cuore di San Miniato. Una mostra di acquarelli, dal titolo “Il linguaggio segreto della mente”, che espone una trentina di opere firmate dagli stessi ragazzi del centro, come risultato di un percorso abilitativo e funzionale che li ha coinvolti attraverso le forme e i colori della pittura.

La mostra, che resterà aperta e liberamente visibile fino alla prima settimana di aprile, è stata inaugurata lo scorso giovedì (15 marzo) alla presenza dell’assessore alle politiche sociali del comune di San Miniato David Spalletti, il quale ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra l’amministrazione e una realtà come Stella Maris. Presenti alla cerimonia di apertura anche Narciso Mosi, magistrato della Misericordia di San Miniato che ha concesso i locali del palazzo, nonché l’artista sanmiatese Franco Giannoni, che ovviamente non ha fatto mancare il proprio contributo entrando nel vivo della mostra e dei lavori firmati dai ragazzi. Nell’occasione, una psicologa del centro ha sottolineato il valore abilitativo e riabilitativo dei lavori, grazie all’acquisizione o al rafforzamento di funzioni e funzionalità individuali.
“Un ringraziamento – dice la dottoressa Ilaria Rossi, terapista dell’età evolutiva – va a tutti coloro che passando dal palazzo hanno dedicato e dedicheranno un po’ del loro tempo alla visione della mostra. A tutti loro chiediamo di lasciare una nota, una parola o una traccia sul quaderno dedicato ai commenti e alle impressioni che abbiamo lasciato sul tavolo a lato degli acquerelli, così che niente di quello che pensiamo venga perduto e rimanga una traccia indelebile delle impressioni di chiunque si soffermi”. (g.p.)