L’idea è nata spontaneamente, non appena l’avvio dei lavori per la nuova piazza ha segnato la fine, inevitabile, del mitico campino: il rettangolo di gioco a fianco della vecchia chiesa di San Miniato Basso, nato dalla volontà dell’indimenticato don Vinicio Vivaldi, punto di ritrovo per tanti giovani cresciuti tra gli anni Sessanta e Ottanta, nonché culla e cuore della Folgore San Miniato.
Un luogo carico di ricordi, destinato a lasciare spazio alla nuova piazza che sorgerà nello spazio di fronte alla chiesa e nel terreno dell’ex distributore, confermando all’area quella funzione di centro aggregativo e sociale nata proprio grazie al campino. Un luogo che cittadini e dirigenti della Folgore sono decisi a tenere vivo, almeno nel ricordo, magari intitolando la futura piazza proprio al campino del prete, come proposto da un gruppo di cittadini nell’ultima consulta di frazione a San Miniato Basso. Se ne parlerà anche lunedì sera, in una cena organizzata nella vicina pizzeria da Rina. Un’iniziativa spontanea, lanciata non appena i primi lavori hanno iniziato a smantellare quel rettangolo di gioco tanto caro agli abitanti del Pinocchio. Poco più di un terreno, nato all’inizio come campo da calcio, ma rivelatosi poi troppo piccolo per ospitare una vera partita di 11 contro 11. Da qui l’idea lanciata da don Vinicio: abbandonare il calcio e provare con la pallavolo, inaugurando un’avventura e un legame che ancora unisce la frazione sanminiatese al volley. Era il 1964, infatti, quando la squadra di squadra di calcio Fulgor decise di passare alla pallavolo prendendo il nome di Folgore. “Su quel rettangolo di gioco, prima sterrato e polveroso, poi asfaltato negli anni ’70, abbiamo vissuto tante sfide sportive – ricorda il presidente della Folgore Riccardo Taddei -. È un luogo che fa parte della nostra vita. A breve sarà sostituito da una bella piazza, ma ci piacerebbe tenerne vivo il ricordo, perché tanti ragazzi cresciuti tra anni ’60 e ’80 hanno trascorso lì i migliori momenti della giovinezza”.
E sono proprio alcuni di quei ragazzi che lunedì si ritroveranno a cena da Rina, non prima però di aver fatto visita all’indimenticato don Vinicio. Nella giornata di domani, infatti, una delegazione si recherà al cimitero di San Pierino per deporre un mazzo di fiori e una targa sulla tomba dell’ex parroco. Lunedì sera, invece, sarà il momento dei ricordi ma anche delle proposte. “Non sarà un mesto addio – precisa Taddei – ma un momento per riunirsi tutti insieme a dare vita magari ad una sorta di club o ad una associazione”. Nell’occasione si parlerà anche della proposta di intitolare la futura piazza proprio al campino, anche per omaggiare la figura e il ruolo di don Vivaldi. Una proposta consegnata poche settimana fa anche alla Consulta, aprendo ufficialmente un dibattito che è solo agli esordi. L’idea dell’attuale parroco don Luciano Niccolai, infatti, sarebbe quella di denominare il nuovo spazio come semplice piazza della Chiesa, ma l’idea di ricordare il campino raccoglie consensi, soprattutto fra i tanti “pinocchini” cresciuti proprio lì giocando prima a calcio e poi a pallavolo.
Giacomo Pelfer