
All’Ausl non risulta nessuna segnalazione. E la scabbia, comunque, è una malattia che si cura con una pomata, in tempi più rapidi di quanto non si faccia per i pidocchi. Le voci che girano da ieri sera 15 marzo su casi di scabbia nelle scuole media ed elementare di Orentano, però, sono bastate a creare il caos e a lasciare intere classi vuote nella mattina di oggi 16 marzo.
La scuola è aperta e, a solo scopo precauzionale e non necessario, saranno fatte delle pulizie più approfondite. “Sono stato informato – spiega il sindaco di Castelfranco di Sotto Gabriele Toti – da alcuni genitori delle notizie che si stavano diffondendo in merito al rischio di trasmissione della scabbia nella scuola di Orentano e ho subito contattato la dirigente scolastica Maria Elena Colombai e l’Asl per avere delucidazioni. L’Agenzia Sanitaria ha inviato al mio ufficio una nota dettagliata per chiarire e tranquillizzare i cittadini, precisando di non aver ricevuto nessuna segnalazione ufficiale di casi di questa malattia. Stamattina ho incontrato alcuni genitori preoccupati, riportando loro tutte le informazioni a mia disposizione. A scopo ulteriormente precauzionale, a scuola saranno effettuati alcuni interventi di pulizia straordinaria e sanificazione. Come ha voluto sottolineare l’Asl, non ci sono motivi per non mandare i propri bambini a scuola. Le lezioni proseguono regolarmente in un ambiente sicuro e ospitale”.
Per aiutare i genitori ad approcciarsi alla malattia e alla diagnosi sui figli, la Asl – che precisa di non aver ricevuto alcuna segnalazione – ricorda che la scabbia “è una malattia causata da un acaro parassita dell’uomo, che si introduce negli strati superficiali della cute. Non comporta rischi per la vita ma il prurito intenso e persistente e la possibilità di trasmissione ad altri, specie in comunità quali le scuole o gli asili, richiedono la messa in atto di interventi di prevenzione, sorveglianza e controllo. La trasmissione della scabbia avviene per contatto cutaneo diretto (come dormire nello stesso letto o per rapporti intimi), oppure per contagio indiretto (contatto con lenzuola, biancheria, vestiti). L’acaro non ha ali, non salta e non vola e non può vivere al di fuori del corpo umano: la sua sopravvivenza lontano dalla cute dell’uomo è di soli 2 o 3 giorni. Si precisa che la scabbia può colpire chiunque, indipendentemente dalle condizioni igieniche personali, e che con una adeguata terapia si ha la completa guarigione. Il prurito con intensificazione notturna è il sintomo caratteristico della scabbia e compare dopo circa 2 o 3 settimane dall’infestazione. Sono inoltre presenti lesioni cutanee che, nel bambino piccolo, possono avere diversa espressione e localizzazione. La scabbia si cura con apposite terapie topiche (creme, pomate), che in 24 ore eliminano qualsiasi ulteriore possibilità di contagio. Per quanto riguarda la scuola, considerata anche l’età dei bambini, il rischio di trasmissione è da ritenersi non elevato. Tuttavia, a scopo precauzionale si raccomanda di prestare attenzione ad eventuali lesioni cutanee che dovessero essere in atto o presentarsi anche nelle prossime settimane (ad esempio piccole papule rilevate, noduli, escoriazioni), oppure alla presenza di prurito intenso, soprattutto notturno. In tali situazioni, si raccomanda di informare tempestivamente il proprio pediatra in modo da poter intraprendere i necessari interventi. Poiché l’acaro sopravvive solo poco tempo nell’ambiente e sulle superfici, gli interventi di pulizia e sanificazione eseguiti nella scuola sono sufficienti a escludere al momento i rischi di trasmissione, e non vi sono motivi per non proseguire la normale frequenza”.