Nuove frontiere della fisioterapia alla Pubblica assistenza

10 marzo 2018 | 10:20
Share0
Nuove frontiere della fisioterapia alla Pubblica assistenza

Curare la persona, non più solo la patologia, il muscolo, l’organo o l’articolazione. È la nuova frontiera della fisioterapia, sbarcata alla Pubblica assistenza di Castelfranco di Sotto grazie a Matteo Calvani, specializzato in terapia manuale. “Il movimento è vita, la fisioterapia facilita la guarigione di molti problemi. E ho l’intenzione di portare la fisioterapia in acqua”, annuncia Calvani.

Matteo Calvani, 25enne fucecchiese, ha in tasca una laurea conseguita all’università di Pisa, un master e un percorso di specializzazione sulla terapia manuale, suo punto di forza, fatto in diverse città italiane. Da quattro anni svolge la professione e ha già fatto, data la sua giovane età, diverse esperienze pratiche, sul campo, che ha affiancato alla sua formazione. Due o tre volte a settimana Calvani riceve alla Pubblica assistenza di Castelfranco di Sotto. “Ho riscontrato – dice – che la Pubblica assistenza è un polo di forte attrazione per le persone che provengono dal Cuoio. E le attese sono alte, dunque cerco sempre di garantire il massimo impegno”. Calvani lavora molto in ambito neurologico, sportivo e ortopedico: questi sono gli ambiti in cui spesso si muove. Molte volte ha a che fare con i disturbi legati a disfunzioni degli organi di movimento come le tendiniti, le borsiti e il carpale. “Questo – spiega – è ciò che riscontro più comunemente chi mi viene a trovare dal comprensorio”. E a tutti rivolge un consiglio: “Il movimento è vita. La fisioterapia pratica – spiega – prenderà sempre più corpo vista la sua efficacia. Metto in pratica varie metodiche di terapia manuale di cui è comprovata una straordinaria efficacia. Spesso noi tendiamo a curarci con i medicinali, ma la fisioterapia insegna che molti disturbi o problemi possono essere risolti anche utilizzando tecniche che sono specifiche di questa disciplina”. La fisioterapia come percorso parallelo alla farmacologia, dunque. E ha rappresentato così il suo modo di lavorare: “Curare la persona, non più solo la patologia, il muscolo, l’organo o l’articolazione, Dedicarsi all’ascolto del corpo e impostare un trattamento su misura che sappia accoglierne i limiti ed esaltarne le potenzialità”. L’idea è quella di una fisioterapia a 360 gradi, che pone al centro la persona nella sua globalità. Calvani sta lavorando ad un progetto da realizzare a Castelfranco di Sotto: “Sto cercando di portare la fisioterapia in acqua per aiutare i pazienti con disabilità neurologiche e ortopediche. Questa è la mia intenzione su cui sto lavorando, perché sono convinto che la fisioterapia in acqua porterà enormi benefici a molti pazienti”.