Cossan chiede “Giustizia per Idy”, solidarietà da Fucecchio

8 marzo 2018 | 15:54
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Cossan chiede “Giustizia per Idy”, solidarietà da Fucecchio

“Chiediamo giustizia sociale per Idy Diene, per Samb Modou, Diop Mor e per tutti coloro che subiscono in silenzio sevizie fisiche o psicologiche, sfruttamento, aggressioni verbali, urli razzisti. Qualcuno dovrà pur chiedere scusa a queste vittime innocenti e ai loro superstiti. Chiediamo più rispetto per una classe operaia, pacifica e lavoratrice che solitamente non fa uso di armi, in quanto la loro unica arma è la dignità. Non toglieteci anche quella”. Il grido che somiglia a una preghiera, arriva dalla comunità senegalese in Italia, compresa la Cossan Vettori di Santa Croce sull’Arno. Arriva dopo la morte di Idy, sul quale si è sfogato un uomo che voleva suicidarsi. Ci sono cose che succedono, è vero, ma questa non può essere tra queste. Non può essere un caso fortuito trovarti nella traiettoria di una pistola, di qualsiasi colore tu sia. Si sarà accorto di morire Idy?

“Provate a immaginare – dice Cossan – gli ultimi momenti di vita d’Idy Diene mentre camminava da uomo libero, regolarmente soggiornante in Italia, con mille pensieri per la testa fuorché di essere il bersaglio facile facile di una persona che probabilmente non aveva mai visto fin qui. Chi sei? Perché io? Che cosa ti ho fatto? Oh Dio! mi hai scambiato con un altro, Dio!, aiutami non posso morire adesso, ho ancora una missione qui, lo sai… la mia famiglia, i parenti, amici, il mio villaggio… tutta gente che contava anche su di me. Idy è morto senza sapere per quale motivo. Per favore non ditegli che era perché il suo carnefice è pazzo. La sua anima ancora vagante sul Ponte vi chiederà ‘ma se era pazzo perché aveva la pistola?’
Il perché, noi fratelli d’Idy, associazione di senegalesi su tutto il territorio nazionale, vorremmo, per onorare la sua memoria, saperlo anche noi. Abbiamo una fiducia sconfinata nelle forze dell’ordine e nella giustizia italiana ch, immediatamente hanno individuato il colpevole che verrà con ogni probabilità condannato. Però, concedetecelo (perché è umano), la nostra mente corre inevitabilmente a piazza Dalmazia il 13 dicembre 11 quando altri due nostri connazionali venivano barbaramente uccisi sul loro luogo di lavoro. La loro colpa? Il colore della loro pelle. E’ difficile non fare il nesso con quello che è successo sul Ponte Vespucci, nella stessa città, con il solito alibi (problemi personali che trovano come unica soluzione l’assassinio di persone che hanno in comune origini e tonalità di pelle). E’ difficile non pensare ad una emulazione (Pirrone/Cassieri), a un disegno di tipo fascista che vede lo straniero l’origine dei loro mali. La mente, se non è ipocrita, se è lucida ed intellettualmente onesta, non può non riconoscere una parte di responsabilità di questa campagna elettorale appena conclusa (grazie a Dio) basata sull’immigrazione con toni e modi mussoliniani dei leaders (oggi vincitori)”.
Il Comitato per l’attuazione della Costituzione di Fucecchio e l’associazione Popoli Uniti saranno presenti alla manifestazione indetta a Firenze sabato 10 marzo in segno di solidarietà alla moglie e ai figli della vittima e a tutta la comunità senegalese duramente colpita dall’assassinio di Idy Diene. “È inaccettabile – dicono – che si possa sparare sulla folla e che la vittima sia, forse non a caso, un cittadino senegalese, il cui colore della pelle ha molto probabilmente indirizzato il colpo d’arma da fuoco dell’assassino. Non si tratta purtroppo di un episodio isolato: già 7 anni fa, 2 cittadini senegalesi furono freddati in piazza Dalmazia da un italiano determinato a uccidere quelli che lui riteneva i nemici del suol Paese. La violenza è sempre intollerabile, diventa però ancora più grave se alimentata da motivi legati all’odio razziale a alla xenofobia. I martellanti richiami all’odio verso lo straniero, all’intolleranza verso culture e religioni diverse dalle nostre, producono effetti devastanti sul tessuto sociale, alimentano diffidenza e ostilità, creano un sentire collettivo improntato alla discriminazione e al rifiuto. I popoli sono destinati a incontrarsi e a unirsi, nessuno potrà fermare i grandi spostamenti migratori dovuti a guerre e povertà, piaghe mondiali verso cui il ricco e progredito occidente ha precise e gravissime responsabilità. L’assassino di un cittadino senegalese venditore ambulante di ombrelli e fazzoletti, onesto e rispettoso delle nostre leggi a detta di tutti coloro che lo hanno conosciuto, va ad aggiungersi ai tanti episodi di violenza e di sfruttamento selvaggio che ricadono sulle spalle dei migranti, ultimi tra gli ultimi. Invitiamo tutti gli italiani che soffrono la stessa miseria e lo stesso abbandono, a fare fronte comune contro i veri responsabili della loro precarietà e del loro bisogno. Durante la riunione di stasera (ieri 7 marzo, ndr) abbiamo deciso di partecipare alla manifestazione di Firenze con lo Striscione del Comitato per l’attuazione della Costituzione”.