




Il movimento Shalom di San Miniato ha spento le sue prime 30 candeline e lo ha fatto con una bella e partecipata festa, lo scorso 24 febbraio, in aula Pacis. Una serata nel corso della quale c’è stato spazio per parlare del passato, presente e futuro di una delle associazioni storiche del territorio.
La festa è iniziata con uno spettacolo dei bambini dell’Atelier che, guidati dagli operatori e dalle loro educatrici, hanno messo in scena “Attenti al Lupo”, una rappresentazione della favola di “cappuccetto rosso”.
“L’inizio – ha spiegato Matteo Squicciarini – è stato affidato ai bambini e alle bambine, proprio per urlare a gran voce come sia importante il ruolo che Shalom assolve a livello educativo e di come, in una piccola realtà come il nostro centro storico, sia fondamentale la presenza di un’alternativa alle tante insidie che si presentano ai più piccoli. Per loro Shalom è stato, è e sarà sempre uno spazio sicuro, dove potersi esprimere e crescere, imparando valori fondamentali per chiunque voglia essere una persona per bene”.
Nel dopocena si sono alternate sul palco dell’Aula Pacis, luogo simbolo della presenza di Shalom a San Miniato, le testimonianze di alcuni dei volontari che nel corso di questi 30 anni di storia hanno dato e stanno dando il loro contributo per il Movimento; ad ognuno di loro è stata affidata una parola, dalla quale sono partiti per ripercorrere le tappe che hanno fatto sì che Shalom si radicasse sul territorio, nelle menti e nel cuore dei sanminiatesi.
“Stile di vita – ha sottolineato Squicciarini -, adozioni, giovani, ecclesialità, bambini, gruppo, acqua, missionarieà, diritti, servizio: sono queste le parole che da sole, senza aggiungere altro, danno un’idea di quanto ampia sia stata l’azione del movimento. Per ognuna di queste parole non c’è stato solo un bel passato ma ci sarà anche un futuro, pieno di speranze e forte dell’esperienza accumulata. Così come ha avuto modo di sottolineare il vescovo Andrea Migliavacca, che ha già avuto molte occasioni per condividere lo stile di vita Shalom. Il nostro movimento ricopre un ruolo fondamentale per tutta la diocesi, non solo per il fatto di essere nato qui e non altrove, ma soprattutto per la sua natura aperta. Tutti possono trovare il loro spazio all’interno dell’associazione, tutti possono fare qualcosa, mettendo a disposizione il loro tempo e le loro competenze.
“Il legame – ha concluso Squicciarini – tra Shalom e San Miniato, nato 30 anni fa con l’arrivo del giovane don Andrea come parroco della parrocchia di San Domenico, continua ancora oggi e si rafforza quotidianamente grazie alle numerose iniziative che vengono organizzate e all’attività dell’Atelier: è da lì che passa il futuro del nostro movimento ai piedi della Rocca, da lì ci auguriamo che possano uscire i nuovi Shalom di San Miniato, pronti ad affrontare le sfide della contemporaneità e a diffondere la pace nel mondo che i grandi sapranno lasciar loro”.