Dopo anni di attese e disagi sembrava che qualcosa, alla fine, potesse davvero cambiare. Non sarebbe stata certo la panacea di tutti i mali, ma almeno si sarebbero evitati alcuni dei problemi più evidenti, come la lunghe file di mezzi pesanti lungo la provinciale e il rumore perenne che toglie il sonno a chi vive di fronte al magazzino. È un misto di rabbia e rassegnazione, invece, quello che si respira tra i residenti di via Romanina a Capanne, a pochi passi dal polo logistico di Conad del Tirreno. È di pochi giorni fa, infatti, la decisione dell’azienda di dire addio al progetto di ampliamento nel terreno ad est dell’attuale della struttura (Conad, salta l’ampliamento a est ).
Una decisione improvvisa, comunicata al sindaco di Montopoli la scorsa estate, senza un’apparente motivazione, a dispetto di un iter burocratico durato più di due anni e mezzo, la bellezza di tre conferenze dei servizi e una trattativa già avviata con Carlo Rabazzi e con la moglie Sabrina di Salvo, proprietari del terreno che avrebbe dovuto ospitare l’area di ampliamento. “Avevano già ottenuto tutti i permessi – racconta Rabazzi – ma a settembre, d’improvviso, il sindaco mi chiama e mi dice che Conad ha deciso di rinunciare”. Da qui la conferma e il timore che tutto resterà com’è sempre stato, con la propria abitazione ostaggio dei camion in fila indiana in mezzo alla provinciale. In base al progetto avanzato da Conad, invece, i mezzi in attesa avrebbero trovato posto in un nuovo grande parcheggio, mentre di fronte all’abitazione della famiglia Rabazzi sarebbe stato realizzato un percorso pedonale. “Perché ci sono giorni – racconta la moglie Sabrina – in cui davvero non riusciamo ad uscire di casa. È pericoloso anche solo entrare in strada con la macchina, perché con i camion fermi prima della cunetta praticamente non c’è visibilità”. Un disagio che fa il paio con tutte le vibrazioni che la casa deve sopportare. Una “danza” continua, con i pavimenti che ballano ad ogni passaggio di un mezzo pesante, fino a staccarsi dai muri e a creare vistose fessure con i battiscopa. “Per non parlare delle crepe, presenti un po’ in tutta la casa – riprende Rabazzi – o delle tegole del tetto che di continuo saltano e si staccano”.
Disagi che a quanto pare sembrano destinati a restare tali. Conad del Tirreno, infatti, ha fatto sapere di ritenere l’espansione ad est non più idonea, preferendo puntare tutto sul terreno ad ovest, in direzione del centro Le Barbate, in un’area a pericolosità idraulica maggiore. Un progetto, infatti, sul quale i residenti nutrono molti dubbi. “Ci sono voluti due anni e mezzo per avere i permessi di qua – aggiunge Rabazzi – figuriamoci quanto tempo ci vorrà dall’altra parte”.
Stesse perplessità condivise anche dal vicino di casa, Marco Sabatini, proprietario dell’abitazione ubicata proprio di fronte al magazzino, al di là della provinciale. “Nel mio caso il principale è rappresentato dal rumore – spiega – perché essendo proprio di fronte al magazzino non ho pannelli che mi difendano, tant’è che d’estate è praticamente impossibile dormire. Fino alla scorsa estate, però, il sindaco Capecchi mi aveva sempre rassicurato, dicendo che con il progetto di ampliamento sarebbero arrivate delle barriere a protezione delle case. Invece siamo ancora al punto di partenza. Io capisco tutto, capisco le necessità di Conad, ma in tutti questi anni non è stato fatto niente per noi”. Per questo i cittadini si rivolgono all’amministrazione comunale, perché intervenga con Conad senza attendere altre promesse.
Giacomo Pelfer