
Flessibilità e lotta all’assenteismo, implementazione di alcune pratiche di welfare e aumento retributivo di 85 euro erogato in 3 progressive tranche. Sono i punti salienti del nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della Concia, ora disponibile e presto distribuito a tutti i lavoratori: l’industria conciaria italiana impiega 17.612 addetti in oltre 1.200 aziende e ha un fatturato annuo 5 miliardi di euro. In un contesto che va per il verso giusto: se confermata, la crescita 2017 delle esportazioni italiane di pelli conciate interrompe il trend lievemente negativo che aveva caratterizzato i risultati 2015 e 2016.
Il nuovo Ccnl, siglato il 5 aprile 2017, è stato sottoscritto da Unione Nazionale Industria Conciaria e dalla piattaforma sindacale Filctem Cgil, Femca Cisl. L’industria conciaria italiana, rappresentata da Unic, sulla base dei dati ancora parziali attualmente disponibili (primi 9 mesi), stima di chiudere il bilancio complessivo 2017 con esportazioni in aumento del 9% in volume e dell’1% circa in valore. Una crescita internazionale che dovrebbe tradursi in un leggero aumento della produzione totale in volume e in una rassicurante stabilità in valore.
Il mercato
Tra le destinazioni d’uso, persistono il buon andamento della domanda per interni auto e la sostanziale positività dell’arredamento. La clientela moda lavora a macchia di leopardo: la pelletteria si conferma generalmente più brillante della calzatura, con una persistente attenzione al prezzo. Tra i principali Paesi esteri di destinazione risulta significativa la crescita dell’area cinese, tornata in positivo dopo due anni: +7%. Bene Regno Unito (+7%) e Vietnam (+14%), mentre appaiono invariati i flussi verso gli Usa, dopo sette anni di continui incrementi. Nel contesto dell’Unione Europea cresce la Francia, rallentano le altre principali nazioni mentre diminuiscono le spedizioni verso Romania, Tunisia, Bulgaria e Serbia, mentre crescono Albania, Repubblica Ceca e Ungheria.
L’andamento delle esportazioni rappresenta una conferma di quanto il contributo dei mercati esteri risulti da tempo fortemente maggioritario e abbia superato, negli ultimi anni, il 75% del totale della produzione. Nel 1992 la quota era pari al 35%. Le esportazioni raggiungono in media 125 Paesi ogni anno, per un valore complessivo di circa 4 miliardi di euro: il 26% del commercio mondiale di pelli finite ha origine italiana.
Vincenti per la pelle made in Italy sono qualità, innovazione tecnologica, ricerca stilistica e sostenibilità. Fattori che si riflettono sul valore complessivo della produzione e sul peso commerciale internazionale delle concerie italiane, entrambi da molti anni al primo posto sia nel ranking europeo che in quello globale.