
Le denunce sono state depositate da settimane ormai e le indagini stanno andando avanti. Tra le varie cose, due degli aggressori sarebbero stati riconosciuti e identificati dalle vittime, degli altri, invece, i due lavoratori stranieri aggrediti (“Chiedono il salario, lavoratori aggrediti”: denuncia Cgil) hanno fornito un identikit che avrebbe dovuto aiutare i carabinieri a rintracciarli.
La vicenda dei due lavoratori stranieri aggrediti e picchiati anche con corpi contundenti sulla quale stanno indagando i carabinieri della compagnia di San Miniato è tutt’altro che finita. Proprio oggi la Cgil ha annunciato che sta studiando quali forme di azione legale intraprendere contro i responsabili dell’aggressione e contro il datore di lavoro. “Stiamo aspettando che venga fatta chiarezza su alcuni aspetti giudiziari della vicenda per poi dare corso anche noi alle nostra azioni legali – ha spiegato Tania Benvenuti della Cgil della zona del Cuoio -. Le denunce sono state fatte, l’ispettorato del lavoro è stato informato adesso attendiamo che la giustizia faccia il suo corso, più che altro che gli inquirenti completino le indagini, poi sulla base di quelle informazioni agiremo anche noi”. Una vicenda pesante che, quando è emersa 10 giorni dopo che si erano svolti i fatti, ha riportato il comprensorio del cuoio agli onori della cronaca. Una cattiva pubblicità per il territorio, per gli imprenditori anche per quelli onesti che come dicono i rappresentanti istituzionali sono la maggior parte. Una vicenda che così come raccontata dalle vittime, lavoratori stranieri impiegati a nero nell’azienda di Castelfranco di un conto terzista dell’indotto conciario, non lascia molto spazio all’immaginazione.
L’episodio intanto, un primo effetto lo ha avuto: nella giornata di ieri, martedì 9 gennaio, durante la riunione del comitato per il codice etico del Distretto, al quale siedono imprenditori, istituzioni, sindacati, è stata data una forte accelerazione alla realizzazione del regolamento del codice etico, l’insieme dei principi etici e giuridici a cui si dovrebbero ispirare le aziende del distretto conciario. “Il codice etico esiste già da tempo – spiega il sindaco di Santa Croce Giulia Deidda che ha un ruolo fondamentale nel comitato -, ora dobbiamo stendere il regolamento ovvero l’insieme della norme che lo rendono attuabile e operativo. Ad esempio vorremmo creare un meccanismo per cui le aziende che aderiscono al codice etico possano avere una premialità, magari con un riconoscimento anche dalla Regione così come chi non lo rispetta possa avere delle penalità. Entro primavera vorremmo avere la parte attuativa del codice, che non si occupa solo di diritto e etica del lavoro ma, per esempio, anche del rispetto delle leggi sull’ambiente. E’ innegabile che la vicenda dei due lavoratori stranieri picchiati perché chiedevano il loro salario ha dato una forte accelerazione anche a questi passaggi, anche perché è nell’interesse di tutti avere un distretto dove vengono rispettate le regole anche in termini di concorrenza sleale e di qualità e credibilità del proprio prodotto”.
Gabriele Mori