La chiesa è tornata agibile dallo scorso 8 dicembre, dopo essere stata liberata da ponteggi e impalcature che per quasi un anno hanno puntellato la volta. Sopra la testa dei fedeli, però, non c’è più il vecchio canniccio che per chissà quanto tempo aveva ricoperto la volta in legno. Al suo posto sono venuti alla luce le forme e i colori dell’antica decorazione, rimasta praticamente nascosta fino ad oggi agli occhi dei fucecchiesi (leggi qui Antichi dipinti nascosti nella volta della Chiesa della Vergine). Per riportarla al suo splendore, adesso, servirà nuovamente l’aiuto di imprese e cittadini volenterosi, chiamati a recitare il ruolo di moderni mecenati attraverso lo strumento dell’Art bonus.
È quanto prevede il piano delle opere pubbliche per il futuro della Chiesa della Vergine, di proprietà del Comune di Fucecchio, in vista del secondo lotto di lavori che sarà finalizzato proprio al recupero delle decorazioni interne. Lo strumento dell’Art bonus, che offre sgravi fiscali importanti per chi decide di farsi carico del recupero di beni artistici e architettonici, è già stato impiegato con successo nel 2015 dall’amministrazione fucecchiese: dei 90mila euro investiti per la messa in sicurezza del tetto, infatti, ben 48mila arrivarano proprio dalle donazioni raccolte con l’Art bonus (leggi qui), mentre gli altri 42mila furono coperti con un finanziamento della Fondazione Cassa di risparmio di San Miniato. Adesso, quindi, il sindaco Alessio Spinelli lancia nuovamente l’appello ai fucecchiesi, per mettere mano a quei dipinti scoperti quasi per caso e che adesso meritano di essere restaurati.
Era l’inizio del 2017, infatti, quando il cantiere per la sistemazione del tetto fu bloccato dalla scoperta di una capriata danneggiata. Da qui la decisione di puntellare la volta con delle impalcature montate dentro la chiesa. Ma proprio durante le operazioni per fissarle, andando a rimuovere il vecchio carniccio, erano saltati fuori linee e colori della decorazione sottostante. Così, in accordo con la Soprintendenza, l’amministrazione decise di destinare il secondo lotto di lavori (inizialmente pensato per riprendere intonaci e tinteggiature) al recupero della volta in legno formata da vecchie tavole, oggi alle prese con tutti segni del tempo, sulle quali una mano misteriosa aveva impresso disegni vivaci e coloratissimi, probilmente nel corso del Settecento.
E’ bastato ripulire un po’ della parte centrale, infatti, per riportare alla luce l’immagine della Vergine col Bambino che caratterizzava probabilmente il cuore della volta. Un primo ‘squarcio’, come una piccola fessura aperta nel muro dei secoli, che adesso attende di essere abbattuto completamente, andando a rimuovere la patina biancastra che ha ricoperto il legno rendendo irriconoscibile la decorazione. Per iniziare, il Comune ha potuto contare su un secondo finanziamento, da 27mila euro, concesso dalla fondazione Carismi per il secono lotto di lavori, ma adesso molto resta ancora da fare.
Da qui l’appello dell’amministrazione comunale, che presto tornerà a rivolgersi ai cittadini attraverso incontri e riunioni per spiegare le modalità dell’intervento. “Fucecchio ha già dimostrato la propria sensibilità rispetto a certi obiettivi – ricorda il sindaco Alessio Spinelli – a dimostrazione che, se coinvolta, la cittadinanza risponde. Il convento dei frati, a maggior ragione dopo la scoperta di questi dipinti, rappresenta una parte importante della storia di Fucecchio. Penso a quando il convento era retto da padre Ceci, che fu fondatore dello scoutismo nella nostra città. Credo quindi che sarebbe bello e opportuno che i cittadini confermassero il proprio impegno per la città e per la sua memoria storica. Faremo delle riunioni per spiegare di cosa si tratta e di come intendiamo operare per il recupero di quest’opera. La legge oggi ci permette di sapere dove va a finire il 60 per cento della tasse che paghiamo. Troppo spesso tendiamo a pensare che tutto vada a finire in un grande calderone. Invece, grazie allo strumento dell’Art bonus, possiamo avere la certezza che quanto pagato venga speso per Fucecchio e per recuperare un pezzo della sua storia. Sarebbe importante, quindi, riuscire ad attuare il restauro di un’opera che la stessa Sovrintendenza ha definito di pregevole fattura”.
Giacomo Pelfer