
Tre dei loro lavori sono stati premiati. Ma i premi più importanti sono stati l’impegno e l’interesse che i ragazzi hanno messo in un progetto speciale, fatto in collaborazione con il movimento Shalom e che ha esortato i ragazzi a riflettere sulla disumanità. Tra i lavori presentati al concorso indetto dal Movimento quello di Caterina del Bene della IV B è stato ritenuto il migliore e si intitola Il peso della luce. Poi Federico Rossi della IV E con L’uomo è disumano… quante scuse… e Adelaida Kapidani, 4 I, con un lavoro dal titolo Una rosa. Pace, solidarietà, dignità umana i temi del concorso che si è concluso con la Festa della Mondialità e che ha coinvolto il Marconi per il terzo anno, grazie alla professoressa Rosa Cinzia Cino, che per la prima volta è stata affiancata dalla collega Gabriella Boldrini.
“Un appuntamento importante – hanno detto -, un’occasione preziosa per proporre agli studenti momenti di condivisione e riflessione su temi fondamentali per la loro formazione, per la loro crescita umana e maturazione civica. Attraverso un percorso che si articola in varie attività, i ragazzi hanno l’opportunità di guardare in modo critico certe realtà, ampliando i propri orizzonti di conoscenza e preparandosi a diventare consapevolmente cittadini del mondo”. Coinvolte, come negli altri anni, tutte le quarte dell’istituto, in quanto, come afferma Cino, “il programma di Irc prevede tra gli argomenti da affrontare nel quarto anno quello della Salvezza, che può essere facilmente declinato in relazione ai temi proposti dal concorso”. Quest’anno il concorso si è incentrato su un contest letterario, “Peace Writers”, dal titolo “Stop alla disumanità”. “Il lavoro – continua Cino – è iniziato con un incontro con un volontario Shalom, Matteo Squicciarini, dottore in Lettere, che ha presentato il tema, concordando con noi docenti il tipo di approccio e il taglio da proporre per l’approfondimento del tema proposto. E’ stato deciso di far riflettere gli studenti sulle forme di disumanità che possono più facilmente incontrare nella loro quotidianità, nei luoghi, reali e soprattutto virtuali (internet, social di vario tipo, whatsapp), dove passano molto tempo.
Il secondo step è stato un intervento di Squicciarini nelle classi coinvolte. A partire dal testo di una canzone di Levante, “Non me ne frega niente”, ha cercato di guidare i ragazzi verso una nuova consapevolezza sui risvolti, che possono sfociare nel dramma, di alcune situazioni che possono apparire poco significative, ha cercato di farli riflettere su quanto sia ingiusto e pericoloso agire senza pensare alle ripercussioni sulle vite degli altri di quanto facciamo e diciamo magari con superficialità. Sono seguite due ore di approfondimento, discussione, dibattito su cosa significa “disumanità” oggi, su quali forme tutti noi possiamo incontrare, replicare, vivere, soprattutto in rete, su quale tipo di impegno è richiesto a ciascuno, su quali atteggiamenti e comportamenti avere per rendere il mondo e le nostre relazioni più a misura d’uomo. Con Gabriella abbiamo ideato 10 tracce per l’approfondimento scritto, lasciando comunque liberi gli studenti di seguirle o di pensarne altre, scegliendo il proprio registro espressivo. La risposta degli studenti è stata notevole. Sono stati, infatti, pubblicati in tutto ben 60 lavori”.
Un’esperienza davvero bella per le docenti e i ragazzi coinvolti. “Particolarmente emozionante – conclude Cino – la Giornata della Mondialità, ricca di interventi davvero significativi. Quello che ha colpito maggiormente tutti è stato il discorso del padre di Niccolò Ciatti, il ragazzo ventiduenne di Scandicci, morto dopo essere stato assurdamente massacrato di botte nel mese di Agosto di quest’anno, un sabato notte, fuori da una discoteca di Lloret de Mar in Spagna. L’intervento ha suscitato grande commozione ed è stato un momento di profonda condivisione, che sicuramente ha dato molti elementi sui quali continuare a riflettere”.