Guidi racconta la notte, dalla Sirenetta a La Capannina

4 dicembre 2017 | 10:15
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Guidi racconta la notte, dalla Sirenetta a La Capannina

“Io non volevo solo partecipare alle feste, io volevo avere il potere di farle…” resistere al tempo. Suonerebbe così la frase simbolo del film La grande bellezza se il protagonista fosse Gherardo Guidi. La sua storia l’ha raccontata infinite volte. La sua storia, quella delle sue creature e delle star, cambiate negli anni ma con i suoi locali come punto di riferimento. L’ha raccontata anche in un libro, Così ho sedotto la notte (Polistampa, 2017), portato in giro per tutta Italia e ora pronto a fermarsi a Castelfranco di Sotto, là dove tutto era iniziato. Gherardo Guidi, il patron della Capannina di Franceschi, ha iniziato nel 1960, quando il primo locale da gestire è stata la Sirenetta a Castelfranco di Sotto.

Poi, nuovi locali, sfide, città e pubblico da conquistare. Oltre 50 anni di lavoro che il castelfranchese Gherardo Guidi racconta nel libro Così ho sedotto la notte, che ha già presentato nelle grandi città d’Italia e che sarà presentato nella biblioteca comunale di Castelfranco giovedì 7 dicembre alle 18,30.
Personaggi famosi, aneddoti incredibili, grandi eventi e tante curiosità, ma anche momenti di difficoltà affrontati con coraggio, gioie e dolori di una vita dedicata al mondo del divertimento e vissuta con la professionalità di chi sa far diventare un locale notturno in una leggenda. Dall’esperienza ai Tigli e il Regine a Firenze, allo Sporting club a Bologna, passando per il Carillon a Viareggio e poi finalmente alla Capannina in Versilia, dove il sogno di Guidi si è avverato. Intorno alla Capannina si moltiplicano i racconti affascinanti sulle celebrità che hanno frequentato il locale nel tempo, che Guidi rievoca nel suo libro e che di certo non mancherà di raccontare al vivo durante la presentazione in biblioteca. Da Peppino di Capri a Gino Paoli, da Grace Jones e Gloria Gaynor fino a Jerry Calà e al cast del film cult Sapore di mare. Il suo amore per la Versilia lo porta poi nei primi anni ’80 nell’acquisto della Bussola di Focette, con altre storie, altri umori, altre curiosità da svelare. “Parlare delle estati in Bussola e in Capannina, in fondo, significa in fondo raccontare l’Italia, con le sue qualità, i suoi vizi, le sue contraddizioni”, si legge nella presentazione del volume.

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