
Quando sono arrivati lì, con i bambini pronti per la partita e i genitori al seguito, si sono trovati davanti una scena da Apocalisse. Gli spogliatoi degli impianti sportivi di Ponticelli erano impraticabili e per questo nessuna delle tre partite che i pulcini di Santa Maria a Monte e Montecalvoli avrebbero dovuto disputare a Ponticelli si sono effettivamente svolte lì. D’accordo con la Federazione e con il sostegno delle società avversarie, sono state giocate le partite con Bientina e Montopoli mentre una è stata proprio sospesa.
“Gli spogliatoi sono incustoditi – lamentano dalla società. Non si immagina come abbiamo trovato questa mattina. Le porte aperte per entrare e poi tutto a terra, tutti i materiali necessari per giocare. Abbiamo subito avvisato la responsabile in comune, ma è toccato a noi pulire e sistemare. Non c’è custode, non c’è sistema d’allarme e i cancelli non vengono chiusi. Sarà anche stata la bravata di qualche ragazzino, magari, ma non si è fatta una bella figura, specie con i genitori. La domenica si alzano presto per seguire i figli nella passione per il calcio e poi si trovano a gestire l’emergenza”. A scendere in campo, infatti, erano i pulcini, quindi bambini di 7, 8 o 9 anni che inevitalmente hanno al seguito le famiglie. Si sono giocate, invece, le altre partite, quelle di categorie superiori che si disputavano sul campo di Montecalvoli.
“L’ho già detto (qui Stadio di Ponticelli, Caroti: “Gestione torni alle società”): la scelta di togliere la gestione di quegli impianti alle società sportive è stata scellerata. Questo degli spogliatoi è solo un fatto, ma ce ne sono tanti altri”. Il commento alla vicenda è di Enzo Caroti, per anni dirigente e presidente di società sportive, ma anche assessore allo sport del comune di Santa Maria a Monte. “Manca il coinvolgimento delle società sportive, quello che, per anni, ha permesso di risparmiare soldi. Ci sono tante forme di volontariato e quello delle società sportive è una di queste. Non è facile stare dietro a tutto, ma se uno ha la passione ci riesce e fa bene al territorio, perché lo sport è una forma di aggregazione sana e che garantisce di avere sempre qualcuno a disposizione per i lavori dei quali c’è bisogno. Per sapere cosa serve e capire come farlo il meglio possibile, serve essere lì tutti i giorni”.
Elisa Venturi