Cinesi più che amici: firmato il gemellaggio

10 novembre 2017 | 15:16
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Cinesi più che amici: firmato il gemellaggio
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Cinesi più che amici: firmato il gemellaggio

Al via ufficialmente da stamani (venerdì 10 novembre) il gemellaggio fra il comune di Santa Maria a Monte e la regione cinese di Xuchang, la più sviluppata nella provincia di Henan. Ad accogliere la delegazione cinese, in sala del consiglio comunale era presente il sindaco di Santa Maria a Monte Ilaria Parrella insieme agli assessori Maccanti, Del Grande, Lucchesi, la consigliera comunale Brunella Tantussi, il consiglio comunale Davide Massini e il presidente della Pro loco Marco Bertolini. Presente anche Simona Valori, dell’omonimo Atelier, presidente dei commercianti. Scambiati i regali da parte delle due comunità, è stato firmato il protocollo del gemellaggio.

Dopo la missione d’oriente dello scorso anno del comune di Santa Maria a Monte per stringere nuovi rapporti per lo sviluppo del turismo (S.Maria a Monte in Cina per promuovere economia e turismo) e dopo che una delegazione cinese ha fatto tappa all’associazione conciatori a Santa Croce sull’Arno, accompagnata dal sindaco Parrella (Ilaria Parrella porta gli imprenditori cinesi a Santa Croce), è partito ufficilamente il percorso di gemellaggio fra il comune di Santa Maria a Monte e la regione di Xuchang. Dopo aver fatto visita stamani al centro storico di Santa Maria a Monte, il sindaco Parrella ha rivolto i saluti ai cinesi, ricostruendo la storia del territorio. In giornata proseguirà la visita al calzaturificio Cavallini, che già collabora e ha rapporti con la Cina. “Come sindaco – ha spiegato Ilaria Parrella alla delegazione cinese – voglio porgervi il mio più sincero saluto di benvenuto a Santa Maria a Monte, il cui attuale centro storico rimanda alle antiche vestigia di castello medievale inespugnabile, così come tramandano gli storici. Risale al 906 la notizia del primo castello del Valdarno ed è proprio quello di Santa Maria a Monte, costruito dal Vescovo di Lucca. Il castello venne saccheggiato e devastato nel 1327 dai fiorentini, i quali lo conquistarono, tenendo una guarnigione nella Rocca. È in questa parte del paese, occupata oggi dal parco Archelogico, che possiamo ammirare i resti dell’antica pieve di Santa Maria Assunta, caratterizzata da una struttura a pianta latina, triabsidata e a navata unica, con una cripta sottostante il presbiterio. Situato in continuità con l’area archeloogica della Rocca, si trova il Museo civico ‘Beata Diana Giuntini’. Al piano terra trovano collocazione i percorsi espositivi più legati alla storia locale e alla figura della Beata Diana, co patrona, insieme a Maria Assunta, di Santa Maria a Monte, mentre il primo piano, di fresca inaugurazione, è dedicato al percorso più prettamente archeologico e tiene conto di ciò che è emerso dagli scavi compiuti sulla Rocca, su tutti l’importante testimonianza dei forni fusori per le campane rinvenuti sotto il piano di calpestio dell’antica pieve. L’attuale struttura del centro storico rispecchia ancora abbastanza fedelmente la conformazione a spirale del castello, caratterizzato da tre giri di mura, così come doveva apparire nel periodo medievale. Evidenti segni medievale sono l’attuale torre campanaria della chiesa Collegiata e la Torre dell’Orologio, così chiamata per la funzione dell’orologio a campane, all’epoca attigua all’antico palazzo del Podestà, del quale sono tutt’oggi visibili in facciata alcuni degli stemmi familiari. In più, una delle più affascinanti tracce medievali, ancora oggi rintracciabili nel tessuto urbano, è costituita dalle gallerie sotterranee che, fatte di cuniculi comunicanti scavati direttamente nel tufo, originariamente andavano a formare una vera e propria città sotterranea. È realistico ipotizzare che questo tracciato nascosto avesse l’iniziale scopo di servire come una sorta di rete segreta, utilizzabile dai difensori in caso di assedio sia per poter passare da una parte all’altra del castello, senza essere visti dai nemici, sia, nella peggiore delle ipotesi, come via di fuga. La strada principale del centro storico è il corso Giosuè Carducci, contraddistinto dalle antiche famiglie nobiliari fiorentine che ebbero possessi a Santa Maria a Monte. Al numero civico 33, in virtù dello stemma che la contraddistingue, la tradizione riconosce la casa in cui visse Vincenzo Galilei, noto musicista e padre dello scienziato Galileo. Poco oltre, al numero 29, si trova la casa in cui la famiglia Carducci visse dal 1856 al 1858: vi abitavano il padre Michele, medico condotto del paese, con la moglie Ildegonda Celli e i loro due figli Dante e Valfredo. Il loro primogenito, il poeta Giosuè, insegnava a San Miniato ed ogni sabato tornava in famiglia. In questa casa si consumò la loro tragedia: la morte di Dante, infatti, ucciso dal bisturi del padre, venne fatta passare per suicidio. Oggi la casa ospita la collezione ‘Tenero Gigante’ del pittore Antonio Possenti, il quale ha dedicato le sue opere alle poesie del grande Giosuè. Proseguendo via Carducci si arriva alla chiesa Collegiat di San Giovanni Apostolo ed Evangelista, contraddistinta da una pianta ad aula unica. L’interno è caratterizzato da una forte impronta rinascimentale conferito dalle importanti modifiche apportate al tempo di Clemente Mazzei, pievano dal 1450 al 1485. non più utilizzabile la pieve di rocca, il popolo aveva infatti deciso di ampliare quello che era un piccolo oratorio che, trasformato nella nuova chiesa collegiata, venne consacrato nel 1466, come recita la lapide posta in facciata. Oltre al fonte battesimale ottagonale terminato nel 1468 dal giovane scultore Domenico da Rovezzano, la chiesa custodisce tre importanti opere che la tradizione vuole si siano salvate dalla distruzione dell’antica pieve di Rocca: il pulpito addossato alla parete sinistra sopra la porta laterale e collegiabile al nome di Guido Guidetto: il crocifisso ligneo visibile dietro all’altar maggiore e risalente all’inizio del XIV secolo. Infine, la già citata Madonna in trono con bambino, risalente al 1255 e posta a destra dell’altare”.
Il sindaco Parrella ha regalato alla delegazione cinese piccoli manufatti prodotti dalla Fe.ba e poi un libro fotografico sulla storia del Comune. E al capo delegazione il sindaco Parrella ha regalato la medaglia del Carducci. I cinesi hanno a loro volta regalato un vaso e un braccialetto al sindaco di Santa Maria a Monte e agli altri rappresentanti del Comune.