Un nuovo Comitato per i Barchini: l’idea dei ‘dissidenti’

27 ottobre 2017 | 11:24
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Un nuovo Comitato per i Barchini: l’idea dei ‘dissidenti’

San Bartolomeo e San Michele tengono il punto, convinte che sia giunta l’ora di cambiare per il bene del Palio. Per farlo, però, chiedono ascolto e disponibilità alle altre due contrade di Castelfranco, con un appello al confronto e al dialogo per trovare una ricetta diversa e superare l’attuale assetto dei rapporti tra contrade e Comitato. Si è parlato di questo nelle due assemblee organizzate nelle sedi dei rioni dissidenti: una quarantina di persone in ciascuna delle due serate, con le quali i presidenti Giovanni Papa e Silvia Valori hanno elencato prima di tutto le cose che non vanno, lanciando le prime indicazioni su quello che, a detta di rossoblu e gialloneri, dovrà essere il futuro Comitato del Palio dei barchini.

“Una Comitato in cui le contrade abbiano finalmente voce in capitolo – ha detto Valori -: un gruppo di lavoro, composto anche dalla stesse persone che ci sono adesso, ma in cui ciascuno dovrà essere legittimato a stare lì in funzione del proprio ruolo. Un gruppo, per intendersi, i cui membri dovranno essere nominati delle singole contrade e dell’amministrazione comunale”. Un modello diffuso in molti altri Palii e per il quale Valori e Papa hanno portato l’esempio di Fucecchio: “Una organo che funziona bene e i risultati si vedono – ha detto Valori –. Non si capisce perché noi non possiamo provare a fare altrettanto”.
Da qui l’appello ad un incontro per parlarne, non più con il Comitato (“Che abbiamo sfiduciato e non riconosciamo”) ma con le altre due contrade: “Siamo in attesa di parlarne con loro – ha aggiunto la presidente rossoblu -, per farlo attendiamo una chiamata dal Comune”. “Prima dell’estate, del resto – ha proseguito Valori – le altre due contrade si sono incontrate con noi più volte, proprio per parlare delle stesse difficoltà che abbiamo sollevato adesso. Evidentemente anche per loro c’è qualcosa che non torna”.
Difficoltà che nascono, secondo San Michele e San Bartolomeo, dal ruolo di terzietà del Comitato rispetto alle contrade, in quanto associazione autonoma, indipendente, di cui si può entrare a far parte senza bisogno di un’investitura dalle contrade, “ma che allo stesso tempo – dicono Valori e Papa – ha la propria forza proprio nel fatto di chiamarsi Comitato Palio e di organizzare una manifestazione fatta prima di tutto dalle contrade stesse”.
Alle ragioni più generali si affiancano poi episodi o casi singoli elencati nelle due assemblee. “La mancanza di collaborazione, prima di tutto – ha detto la presidente Valori – anche rispetto all’organizzazione di eventi in concomitanza. È il caso dello Street Food (poi saltato) nello stesso giorno delle cene della vigilia, o la cena di beneficenza mentre San Michele aveva la Sagra del Cavatello. Perché nessuno di noi ha mai contestato quell’iniziativa, figuriamoci, ma bastava parlarne e trovare date diverse. Tutto questo senza dimenticare che le contrade sono spesso la ‘forza lavoro’ del Comitato anche lontano dal Palio: nel presepe vivente, ad esempio – ha ricordato Valori – la stragrande maggioranza dei figuranti erano persone messe a disposizione da San Michele e da San Bartolomeo”.
E ancora: “Non si ascoltano le esigenze delle contrade, neppure quando tre su quattro su d’accordo su qualcosa”. Sotto accusa, in particolare, la decisione di far sparire dalla manifestazione le altre competizioni: dal premio per la sfilata fino al torneo di calcetto. A tutto questo si aggiunge poi il tema della gestione economica: “Perché da qualche anno ci sentiamo ripetere che il giorno del Palio il Comitato va a rimessa o al massimo in pareggio – ha aggiunto Valori -. Allora non si capisce perché poi si vuol fare un Cencio da migliaia di euro. Di tutto questo, però, fra contrade ne parliamo da tempo. Ed è per questo motivo, probabilmente, che il Comitato stavolta ci ha chiesto il mandato con ben tre mesi di anticipo”. (g.p.)