



“Sono stati anni fondamentali, era un luogo moderno nell’impostazione. Alcuni dei ricordi più belli della mia giovinezza sono legati a quel posto”. Così Alberto Fausto Vanni ricorda l’esperienza al collegio Santa Caterina a Pisa. Con lui Giovanni, giovane ragazzo italo-americano. Ben 50 anni anni dopo i due sono riusciti a ritrovarsi.
Cose difficilissime, spesso impossibili un tempo, dove l’irripetibile complicità dei giochi dell’infanzia restava relegata nella memoria di un cortile o impressa in bianco in nero in qualche foto. Eppure i social oggi fanno miracoli e nel caso di Alberto e Giovanni Gigliotti, santamariammontese l’uno, italo-americano l’altro, l’amicizia ha potuto rinnovarsi, a colori. “Abbiamo condiviso tutto per circa tre anni, al collegio di Santa Caterina a Pisa, poi non ci siamo più visti – racconta Alberto. – E’ stato incredibile ritrovarci e scoprire che entrambi, da qualche tempo, avevamo cominciato a cercarci su Facebook. Ci provavo da qualche anno, alla fine mi ha trovato lui”. I due si erano conosciuti nella prima metà degli anni ’60. “Mio padre è morto nel ’61 a 29 anni, mia madre rimase sola con me e mio fratello. Io per circa tre anni, dall’età di 11 fino ai 13 anni, andai in collegio al Santa Caterina. Eravamo una sessantina e c’erano altre persone di questa zona: Pagni, Ghera di Pontedera, Della Santina, avevamo tutti più o meno la stessa età. Lì conobbi Giovanni. Apparteneva ad una famiglia originaria di Cosenza, poi emigrata in America. Nato laggiù, i suoi lo mandarono qualche anno a Pisa”. Tre anni in tutto, ma particolari. “Quegli anni mi hanno formato come nemmeno la scuola è riuscita a fare – racconta Alberto. – Scrivendoci, ho scoperto che Giovanni, che adesso vive a New York e gestisce alcune
farmacie, nel 2012 era stato a Pisa, visitando quei luoghi”. Il ricordo di quegli stanzoni dove dormivano, oggi divisi in camerette, quei corridoi, quei campetti da calcio ormai cambiati, sono parte dei primi scambi di messaggi che i due si sono mandati. Ad unirli, anche il ricordo di quel prete che allora li guidava, in quell’istituto che all’epoca ospitava anche i giovani seminaristi: don Luciano Leonardi, ancora in gamba. “Fu lui che anni dopo chiamai a sposarmi – racconta Vanni. – Oggi ogni tanto lo sento ancora, Giovanni vuole scrivergli e li ho rimessi in contatto. Presto credo proprio che andrò in America, sarà una bella occasione per rivederci”.
Nilo Di Modica