Un mesetto di supplenza, fino a metà novembre e con un insegnante ancora tutto da trovare, e senza alcuna certezza su quello che accadrà subito dopo. Succede anche questo nell’era della “buona scuola”. Succede in una classe della scuola media Buonarroti di Ponte a Egola, ma c’è almeno un’altra sezione con un problema analogo, così come in molti altre scuole italiane.
La classe è la 3D dell’istituto, dove l’insegnate titolare della cattedra di lettere, storia e geografia si trova attualmente in maternità con un certificato medico fino al 13 di novembre. In via teorica, l’insegnante potrebbe riprendere servizio già dal giorno dopo, ma è scontato e naturale che scelga di prolungare la maternità anche nei mesi successivi al parto. Di fatto, quindi, la supplenza servirà fino al mese di giugno, ma il certificato medico obbliga il Buonarroti a richiedere una supplenza a tempo: fino al 13 novembre appunto, con la possibilità di dover cambiare di nuovo dal giorno successivo. Una situazione che non piace alle famiglie ma neppure agli stessi supplenti, che ovviamente hanno tutto il diritto di cercare una sistemazione migliore in altri istituti, assumendo incarichi con più ore e con una durata maggiore. La scorsa settimana, infatti, la supplente è arrivata per un giorno soltanto, salvo poi comunicare alla scuola di aver assunto un incarico di durata annuale.
Il risultato è che i ragazzi sono ancora in attesa, con buona pace della continuità didattica. Da qui la protesta delle famiglie, di cui si fa portavoce Fulvia Quirici, madre di uno degli alunni e membro del Consiglio di istituto. “È una situazione disastrata – dice – anche perché questi ragazzi in due anni hanno cambiato due insegnanti di lettere, di cui uno, quello della seconda, arrivato solo alla fine di ottobre. Quest’anno rischia di essere ancora peggiore, con la differenza che questo è l’anno dell’esame”. È così che alcune famiglie starebbero pensando di iscrivere i figli in altri istituti vicini. “Siamo consapevoli che la scuola ha pochi margini di manovra – riprende Quirici -. Basti pensare che gli elenchi dei docenti da cui attingere sono stati forniti agli istituti solo da pochi giorni. Vorremmo però che si mettessero in campo tutti gli strumenti per sopperire a questa mancanza”. Sotto accusa, ad esempio, ci sono le ore in cui la classe è affidata agli insegnanti di potenziamento. Ore buttate vie, secondo i genitori: “Anziché usare questo tempo per fare qualcosa, magari potenziando altre materie – dice Quirici – si preferisce mettere un bel film sulla lavagna elettronica”.
Giacomo Pelfer