
Uno lo paghi, l’altro lo lasci pagato per qualcuno che non può permetterselo. Che entra al bar e lo trova lì, bello… caldo ad attenderlo. Il caffè sospeso è una vecchia pratica, ma abbastanza nuova a Santa Croce: ieri mercoledì 4 ottobre, i primi due caffè sospesi sono stati segnati alla pasticceria Loriana Betti di Santa Corce sull’Arno. “L’idea è venuta per caso, due ragazzi hanno già aderito alla pratica” hanno detto dalla pasticceria.
Il caffè sospeso, un’usanza nata a Napoli durante la seconda guerra mondiale, è una vera e propria pratica solidale: chi può pagare alla cassa il proprio caffè, può aggiungerne un altro da lasciare in sospeso, destinato a chiunque lo chieda. Un vizio o un vezzo, se si vuole, ma che a Napoli è un piacere irrinunciabile e che è ormai entrato nelle quotidiane abitudini di molti. Che è anche un momento di condivisione. “Stamani – hanno detto dalla pasticceria LorianaBetti – abbiamo proposto ad alcuni clienti la pratica solidale del caffè sospeso, da noi certamente inusuale. Un ragazzo e una ragazza, fra i venti e i trent’anni, hanno aderito molto volentieri: hanno lasciato in sospeso un caffé, dopo aver pagato il loro, a chiunque lo richieda. Naturalmente ciascuno potrà richiedere un solo caffè in sospeso. È un’idea nata per caso, vogliamo capire se c’è movimento dietro a questa azione: vediamo intanto quanta gente intende aderire, per capire se l’iniziativa può andare avanti. Sarebbe bello se si costituisse una vera e propria catena della solidarietà, questo è il nostro auspicio”.
Mirco Baldacci