Pressioni sul concorso, “Immagine che non mi appartiene”

27 settembre 2017 | 17:20
Share0
Pressioni sul concorso, “Immagine che non mi appartiene”

“È stata data un’immagine in cui non mi riconosco assolutamente, citando messaggi privati che non mi appartengono. Mi sembra piuttosto un attacco personale e professionale per il quale mi riservo di difendermi in altre sedi”. A parlare è l’assessore sanminiatese Gianluca Bertini, all’indomani del consiglio comunale di ieri, 27 settembre, in cui Bertini (pur senza essere citato) è finito al centro di un caso sollevato dalla consigliera Laura Cavallini.

La questione è relativa all’esclusione del figlio di Cavallini, il giovane regista Mattia Catarcioni, dalla giuria del concorso di cortometraggi San Miniato Movie. Contattato da uno degli organizzatori nel mese di marzo, Catarcioni avrebbe ricevuto un’improvvisa retromarcia lo scorso agosto. “L’ultima cosa che voglio far entrate nel festival è la politica”: così recitava un primo messaggio arrivato sul cellulare di Catarcioni, seguito da una discussione in cui l’organizzatore del concorso si giustificava ricordando che “lui è mio vicino di casa”. Il lui era riferito appunto all’assessore Bertini, che in base all’accusa di Cavallini avrebbe fatto pressioni, dirette o indirette, come ritorsione all’interrogazione della consigliera che aveva reso noto l’abuso edilizio sanato dalla Bertini Pallets, azienda di cui l’assessore è legale rappresentante. Bertini, contattato telefonicamente, evita per il momento di entrare nel merito delle accuse, sottolineando però di “non riconoscersi affatto” nell’immagine che è stata data della sua persona.
“Un fulmine a ciel sereno”, lo definisce il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini, spiegando di non aver saputo niente prima del consiglio comunale di ieri. “Ad ogni modo – dice – mi pare una questione privata, e mi sembra molto grave che dei messaggi privati siano stati resi pubblici all’interno di un consiglio comunale. Adesso mi confronterò con l’assessore, ma penso sia una storia che niente ha a che vedere con la cosa pubblica e con l’interesse collettivo. Stiamo mischiando pubblico e privato. Tra l’altro, credo che in un messaggio lo stesso organizzatore parli di una scelta sua”.
Al di là delle presunte pressioni, resta da capire adesso qual è il peso della vicenda dal punto di vista politico, soprattutto da parte del Pd. Durante la seduta di consiglio, del resto, la consigliera Cinque Stelle Chiara Benvenuti ha affermato che il segretario Simone Giglioli era stato informato dalla vicenda dalla stessa Cavallini. “In realtà – racconta il segretario Giglioli – la consigliera Cavallini chiese di incontrarmi a fine agosto e in quell’occasione mi disse una serie di cose ma non mi riferì il testo dei messaggi. Il problema era legato soprattutto alla mancata sponsorizzazione da parte della Bertini Pallets per due iniziative nelle quali era coinvolto Catarcioni. La mia preoccupazione è stata quella di appurare che la vicenda riguardasse solo l’azienda che, fino a prova contrario, ha tutto il diritto di finanziare chi vuole. Può sembrare inelegante ma è legittimo, senza dimenticare che parliamo di poche centinaia di euro. Da parte dell’amministrazione comunale, invece, il patrocinio del comune per San Miniato Movie è stato regolarmente concesso. Credo quindi che la vicenda sia solo uno strascico della polemica intorno all’assessore scoppiata a luglio”. E’ quindi da respingere, secondo Giglioli, l’immagine di un clima di ritorsioni e ricatti che si respirerebbe a San Miniato. “Si dà adito ad un clima che non esiste. Capisco la polemica politica, ma non vorrei che alla fine si arrivasse ad una caccia alle sstreghe”.

Giacomo Pelfer