In 72 hanno ritrovato lavoro. Nuova casa per i Calzaturieri

25 settembre 2017 | 16:29
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In 72 hanno ritrovato lavoro. Nuova casa per i Calzaturieri
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In 72 hanno ritrovato lavoro. Nuova casa per i Calzaturieri
In 72 hanno ritrovato lavoro. Nuova casa per i Calzaturieri

Da gennaio ad oggi, 72 persone del comprensorio del cuoio – di cui 48 donne – e un’altra decina dai comuni vicini, hanno ritrovato lavoro nel settore delle calzature, grazie alla convenzione stipulata tra il Consorzio calzaturieri Toscana Manifatture, l’agenzie Adecco i le amministrazioni comunali. A Santa Maria a Monte (prima comune ad aver aderito) sono state reinserite 28 persone – 18 donne e 10 uomini -, a San Miniato 12 di cui 8 donne, a Fucecchio 11 (6 donne e 5 uomini), a Castelfranco 7 persone, a Montopoli altre 10 e altre 4 a Santa Croce. Si tratta in gran parte di persone reiserite, che già lavoravano o avevano lavorato nel settore ma che, grazie all’accordo, sono tornate a lavorare in un’impresa del territorio.

E’ uno dei dati raccontati oggi (25 settembre) a Santa Croce, nella nuova sede del Consorzio Calzaturieri che ha preso casa nei locali del Polo tecnologico conciario di via San Tommaso: un’ala appositamente dedicata, dove si trova la sede istituzionale del Consorzio e soprattutto la nuova manovia sperientale ancora in attesa dell’inaugurazione, insieme ad uno spazio che in futuro sarà destinato alla pelletteria. Una sorta di quartier generale della calzatura, quindi, ad una parete di distanza dalla conceria sperimentale e dalla sede dell’Associazione conciatori, pensata per diventare uno degli strumenti vincenti di un settore che, mai come adesso, ha bisogno di formare nuove professionalità per garantire competenze e ricambio generazionale. “E’ uno dei problemi più grandi che stiamo soffrendo in questo momento”, ha spiegato il nuovo presidente di Toscana Manifatture Luca Sani. Da qui l’accordo con Adecco, pronta adesso ad un salto di qualità per offrire corsi di formazione ad hoc e orientamento per i giovani. Proprio nella giornata di oggi, infatti, i rappresentanti di Adecco hanno tenuto un open day nei nuovi locali, pensato proprio per le persone in cerca di occupazione nel settore.
“Noi collaboriamo con le aziende del territorio – ha detto Dario Nizza di Adecco – proprio per sopperire al problema del personale e della formazione, perché oggi le imprese chiedono competenze diverse rispetto a 10 anni, ma i giovani, anche se capaci, non hanno strumenti per acquisire queste competenze”. “Grazie anche a strutture come questa – ha aggiunto Mirko Romano, responsabile del progetto – abbiamo l’ambizione di poter svolgere dei corsi per assolvere a questa problematica”. Un problema che secondo il presidente Luca Sani nasce soprattutto dalla storia degli ultimi 20 anni, “in cui molti si sono allontanati da questo settore. E’ per questo che oggi viviamo un gap rispetto alla conceria che dobbiamo recuperare. Anche perché oggi i segnali sono positivi: i nostri principali clienti vengono a cercarci direttamente perché sanno di poter trovare tutto in questo territorio, però è evidente che abbiamo delle lacune sul personale”.
“Gli ingredienti per un sviluppo futuro ci sono tutti”, ha commentato il sindaco di Santa Croce Giulia Deidda, intervenuta all’iniziativa insieme ai colleghi Vittorio Gabbanini di San Miniato, Alessio Spinelli di Fucecchio, Gabriele Toti di Castelfranco e Ilaria Parrella di Santa Maria a Monte. “Il nostro compito non è solo quello della normale amministrazione – ha proseguito Deidda – ma anche quello di dare una visione futura al territorio. E credo che il Poteco rappresenti la visione che i sindaci hanno individuato per questo distretto. Aver inserito la manovia sperimentale è un segnale importante in questo senso, perché il nostro è l’unico distretto che copre tutta la filiera”. “Ai nostri ragazzi dobbiamo far riscoprire la passione per l’artigianato, mostrando loro il modo in cui si realizza un manufatto prezioso – ha aggiunto Spinelli -. Per riuscirci credo che i ragazzi vadano coinvolti fin dal percorso di studi, magari già a partire dalla scuola media”.

Giacomo Pelfer