



Li avrà guardati orgoglioso sfilare, belli e sorridenti. I ragazzi di Staffoli, certo, ma anche i suoi sandali, ai piedi dei figuranti della Festa Medievale (qui Genio e arte nella Festa medievale di Staffoli – Foto). Una sorta di eredità, quella che Catello Cioffi ha lasciato al suo paese, quello dove ha scelto di vivere e dove, pochi mesi fa, è anche morto (Addio al re delle calzature, se ne è andato Catello Cioffi). C’è il gusto, la ricerca, l’ingegno, la manualità e la professionalità della famiglia Cioffi nelle calzature e negli oggetti in pelle della Festa, che Catello e la figlia Stefania hanno fatto con cura e amore dei particolari. Oggetti unici e pregiati, non solo perché gli ultimi a essere creati dalle abili mani di Catello, ma anche perché artigianali e irripetibili.
“Il babbo – racconta Stefania Cioffi – tornava a casa dall’ospedale e si metteva subito al lavoro, era subito con forma e modelli in mano. Aveva premura di finire, ma in un certo senso era come se stesse meglio quando lavorava. Abbiamo prima fatto uno studio accurato del 1472, anche dei colori, quando la festa è ambientata per ricostruire sandali, bracciali e corpetti proprio come erano allora”. Poi l’attenta selezione dei materiali, i disegni, le creazioni immaginate e poi realizzate. “Io – racconta ancora Stefania – ho fatto i corpetti in pelle indossati in apertura di sfilata e gli accessori degli armigeri che erano nella scorta di Federico da Montefeltro, gli stivali. Sandali e calzature le ha fatte il mio babbo prima che si aggravasse. Io ho continuato a lavorare, anche dopo la sua morte: è un po’ come lo avessi aiutato a realizzare l’ultimo desiderio. Gli sarebbe piaciuto vederli sfilare, sarebbe stato orgoglioso”. Per la cura e la bellezza degli oggetti, certo, ma anche per la fierezza dei figuranti, consapevoli di indossare pezzi unici, ricordo di una persona unica, che fino all’ultimo si è speso per il suo paese. E di certo sarà stato orgoglioso di Stefania, alla quale ha lasciato il mestiere e che in occasione della Festa di Staffoli era tra i figuranti.
Un testamento, quello lasciato da Catello, che non è solo fatto di oggetti da lasciare: quel che resta ai giovani staffolesi è anche la raccomandazione a non tirarsi indietro, a darsi sempre e senza chiedere.
Elisa Venturi