



Luminari, professori, castelfranchesi. Eppure completamente dimenticati dal loro comune di origine. Adesso le vite e le storie di due castelfranchesi rivivono nella proposta di un altro stimato dottore e medico di famiglia, Paolo Urbani, che ne ha ricostruito le biografie. Stiamo parlando di due medici, Giuseppe Zambeccari e Lidio Baschieri, vissuti rispettivamente nel XVII e XX secolo, nati a Castelfranco e a Orentano, divenuti in vita dei giganti della professione.
“Sono stati a loro modo due pionieri della medicina, facendosi valere all’Universita e non solo – dice il dottore. – Il primo per essere fra i primi ad applicare rigorosamente il metodo sperimentale in fisiologia, l’altro per i suoi studi di endocrinologia, che gli valsero insieme al suo impegno per il sociale anche una Medaglia d’Oro della Presidenza della Repubblica. Eppure a Castelfranco niente li ricorda. Credo che sia il momento di ricordarli in qualche modo. Faccio questa modesta proposta a coloro che, magari in un prossimo futuro, debbano scegliere un nome per una nuova via, nel capoluogo o ad Orentano”. Un modo come un altro per far rivivere in un quartiere e in una strada un piccolo pezzo della storia di Castelfranco, comune nel quale entrambi i luminari ebberoi natali, prima di far fortuna negli studi.
Il primo, Giuseppe Zambeccari, nacque a Castelfranco il 19 marzo 1655 da Bernardino Zambeccari e Livia Maraffi. A diciotto anni chiese di essere ammesso al Collegio Ducale della Sapienza di Pisa per intraprendervi gli studi universitari di medicina, seguendo i corsi di Lorenzo Bellini ed Alessandro Marchetti. Laureato nel 1679 e giunto a Firenze presso l’Ospedale di Santa Maria Nuova “per fare la pratica”, lì conobbe Francesco Redi, uno degli scienziati più rigorosi dell’epoca nell’applicare alle scienze naturali e alla medicina il metodo sperimentale.E’ qui che Zambeccari si avvicinò alle esperienze di ricerca sugli animali che descrisse, in seguito, in una famosa lettera indirizzata al maestro intitolata Le Esperienze intorno a diverse viscere tagliate a diversi animali viventi, uno tra i primi trattati di fisiologia realizzati attraverso il metodo della vivisezione. Divenuto professore nel 1689 alla Sapeinza, nel 1704 successe a Lorenzo Bellini alla cattedra di anatomia, conseguendo una serie di scoperte importanti in ambito fisiologico e sperimentale: sua la prima dimostrazio che la milza non era essenziale per la sopravvivenza. Si interessò anche delle terme di San Giuliano e di Bagni di Lucca, pubblicando nel 1712 un “Breve trattato dei bagni di Pisa e di Lucca”. Morì a Pisa il 13 dicembre 1728.
Più recente la biografia di Lidio Baschieri, nato a Orentano nel 1920. Dopo l’inizio della carriera all’Università di Roma sotto il celebre professore Cataldo Cassano, si trasferì al Università di Pisa con il professor Aldo Pinchera. Titolare prima della cattedra di Medicina del Lavoro, poi di Patologia Speciale e Metodologia Clinica, con i suoi assistenti studiò in particolare le patologie tiroidee, dimostrando che la carenza di iodio ed il gozzo non erano fenomeni circoscritti a isolate località di montagna bensì legate a fenomeni trasversali e diffusi. Nacque cosi la “scuola” pisana che oggi è senz’altro fra le più accreditate in campo nazionale e all’estero. Autore di numerose pubblicazioni, dopo l’esplosione nucleare di Cernobyl del 1986 s’impegnò nella cura dei bambini colpiti da neoplasie tiroidee, invitandoli a Pisa a curarsi con terapie all’avanguardia. Nell’82, per volere del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, gli fu conferita la Medaglia d’oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell arte. Morì a Pisa nel 1995.
Nilo Di Modica