Mdp, M5S, Possibile e Fabrica Comune col centro ricerca

3 agosto 2017 | 09:37
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Mdp, M5S, Possibile e Fabrica Comune col centro ricerca

Art 1-Mdp, Sinistra Italiana, Possibile, Movimento 5 Stelle e Fabrica Comune chiedono al sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli (e alla sua giunta) che si adoperi per salvare il centro di ricerca del Padule, finanziandolo con 5.000 euro (rispetto ai 1.500 attuali) e facendosi promotore verso la Regione Toscana affinché mantenga gli impegni presi quando ha avocato a sé le funzioni svolte dalle Province,  compresa l’erogazione delle risorse per la funzionalità del centro. 

Le rimostranze sono contenute in un documento all’ordine del giorno in consiglio comunale a Fucecchio. L’ordine del giorno è stato firmato dai consiglieri Ido Banti e Giulia Talini per Articolo Uno Mdp, dal consigliere Emanuele Cripezzi per Fabrica Comune e dal consigliere Lisa Giuggiolini per il Movimento 5 stelle. Il centro di ricerca è nato nel 1990, su iniziativa della Provincia di Pistoia e di altri enti ed associazioni. I due dipendenti – Enrico Zarri ed Alessio Bartolini – sono destinati al licenziamento, sebbene il loro monte ore fosse già stato dimezzato, per mancanza di fondi.
«Non si capisce – si legge nel documento – come si sia potuto in questi anni realizzare una struttura importante come il centro visite a Castelmartini (Larciano) con un investimento non indifferente ed oggi non si riescono a trovare 72.000 euro all’anno, per due dipendenti a tempo pieno per far funzionare il Centro. Ultimamente gli stipendi erano stati ridotti alla metà e comunque con molto lavoro volontario hanno consentito ugualmente l’ apertura del Centro, e quindi lo svolgimento di tutte quelle attività che gli competono. Così facendo non solo avremo un impoverimento del territorio in termini di conoscenze scientifiche e storiche, ma verranno a mancare anche capacità gestionali, progettuali e didattiche e andrà perduto un rapporto che abbiamo faticosamente costruito in questi anni con le scuole, l’associazionismo ed il mondo naturalistico in genere». Tutto ruota – è evidente – attorno al destino dei 2 dipendenti, che negli anni avevano portato avanti la gestione del centro con scrupolosità ed attenzione:« Come possiamo – continuano – di valorizzare dal punto di vista turistico il nostro territorio se ci priviamo di coloro che in primis lo conoscono e sono in grado di promuoverlo, consentendoci di aprire le porte ai congressi europei dove oggi si erogano fondi e si decidono le sorti del nostro paese». Da qui la richiesta all’amministrazione di muoversi – sia economicamente che facendo pressione in Regione – per salvare un centro che rischia seriamente di non festeggiare il suo 28esimo anno di età. Tuttavia, almeno per ora, le nubi all’orizzonte sono nerissime, sia per il centro che per chi ci lavora.