Per chi è cresciuto a Castelfranco è una ricorrenza fissa. Come un momento di passaggio: il simbolo dell’estate che se ne va, delle ferie appena trascorse e della vita che torna a scorrere nei luoghi di lavoro e sui banchi di scuola. Un momento che quest’anno mancherà all’appello, interrompendo una tradizione iniziata nel settembre del lontano 1981.
Dopo ben 36 edizioni, la storica Sagra del Cinghiale di Castelfranco non si farà: niente stand quest’anno in piazza Alberto Dalla Chiesa, niente luci colorate sopra l’asfalto di viale Italia. Per certi versi è la fine di un’epoca. Una scelta dolorosa ma comunque obbligata per i cinghialai castelfranchesi, alla prese con lo scorrere del tempo e con un ricambio generazionale che in buona parte è mancato. “In tutti questi anni – spiega Marco Castellacci, presidente della Federcaccia di Castelfranco e membro della squadra dei conghialai – lo staff della sagra è rimasto più o meno sempre lo stesso, senza un vero ricambio generazionale”. Una difficoltà che va avanti da alcuni anni, alla quale si sono aggiunti i recenti problemi di salute dello storico presidente Giovanni Michelini, da sempre l’anima e il punto di riferimento della festa. “In questi anni abbiamo sopperito con l’aiuto di amici e parenti – riprende Castellacci – mentre la categoria dei cacciatori sta andando a scomparire. Quest’anno, poi, dopo la perdita di alcune persone e le difficoltà del presidente, a maggio abbiamo deciso di non farla per evitare brutte figure”.
Per il futuro, però, i cacciatori sperano di far ripartire la manifestazione, anche se sarà fondamentale la collaborazione e il supporto di altre associazioni del paese. “Per il futuro non è ancora detta l’ultima parola – precisa -. Quent’anno non ce l’avremmo fatta in ogni caso, nonostante l’amministrazione abbia cercato di stimolarci in ogni modo, ma per il prossimo anno se qualcuno ci contatta siamo assolutamente disponibili a collaborare”.
Giacomo Pelfer