L’integrazione del lavoro, progetto pilota al bacino Roffia

31 luglio 2017 | 10:31
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L’integrazione del lavoro, progetto pilota al bacino Roffia
L’integrazione del lavoro, progetto pilota al bacino Roffia
L’integrazione del lavoro, progetto pilota al bacino Roffia
L’integrazione del lavoro, progetto pilota al bacino Roffia
L’integrazione del lavoro, progetto pilota al bacino Roffia
L’integrazione del lavoro, progetto pilota al bacino Roffia

Un progetto pilota, il primo sul territorio. Sei migranti sono impegnati già da qualche settimana in un progetto di lavoro volontario in accordo con le associazioni sportive di canottaggio e canoa di San Miniato. Il progetto è organizzato dalla cooperativa Lunazzurra, con sede a Padova, in collaborazione con il comune di San Miniato e la Regione Toscana.

A presentare l’iniziativa, proprio sulle sponde del bacino di Roffia, oggi 31 luglio, sono stati il sindaco Vittorio Gabbanini, l’assessore alle politiche sociali di San Miniato David Spalletti, l’assessore regionale all’immigrazione Vittorio Bugli, Enzo Ademollo presidente della Canottieri San Miniato, il Presidente della Canoa Alessio Simonetti e Roberto Tuninetti coordinatore del progetto per la cooperativa Lunazzurra. A seguire i sei ragazzi, invece, sono gli operatori Luca Valenzano e Mirko Sulli.
I sei ragazzi coinvolti sono ospitati da circa un mese a mezzo in un’abitazione di Roffia, mentre già da quattro settimane sono impegnati in piccoli lavori di pulizia e manutenzione al bacino. A mettere in contatto tra loro la cooperativa di Padova e le aassociazioni sportive di Roffia è stato l’assessore al sociale David Spalletti. Ogni settimana, si va dalle 10 alle 12 ore di lavoro, interamente non retribuito, per garantire un po’ di manutenzione e di pulizia nell’area dei pontili.

Non solo Roffia, comunque, visto che i ragazzi sono stati già coinvolti, la scorsa settimana, in un’opera di pulizia a San Miniato Basso, mentre in futuro lavoreranno in un frutto che la cooperativa piantumerà a Montespertoli in un terreno di proprietà della Diocesi. “Un primo passo” lo definiscono gli amministratori, che si candida a diventare un’esperienza da replicare anche in altri territori toscani. Specie perché, raccontano, “quando questi ragazzi hanno lavorato a San Miniato Basso, la gente gli ha portato spontaneamente acqua fresca e qualcosa da mangiare. Hanno parlato, si sono conosciuti”, che è il primo passo verso un’integrazione vera. 
Da oltre un mese collaborano fianco a fianco con le associazioni di canottaggio e di canoa del bacino di Roffia, dando una mano a tenere in ordine le attrezzature, le imbarcazioni e contribuendo alla pulizia delle sponde e al taglio dell’erba. I sei migranti ospitati in un alloggio a Roffia e gestiti dalla cooperativa Lunazzurra, sono arrivati il 9 giugno scorso a San Miniato e da allora hanno iniziato un progetto di lavoro volontario che li vede impegnati su più fronti.

“La nostra cooperativa dal 2016 ha attivato una serie di progetti ad inserimento lavorativo, con lo scopo di creare sinergie tra gli ospiti delle accoglienze e le realtà territoriali in cui si collocano – spiega Tuninetti -. A Roffia i migranti sono arrivati il 9 giugno e subito hanno dato la loro disponibilità ad essere impegnati in questo progetto, rendendosi disponibili a svolgere attività di lavoro volontario. Il contesto in cui sono inseriti è quello del bacino remiero, la realtà più importante di quest’area, e, grazie alla disponibilità delle associazioni sportive di canottieri e canoa abbiamo potuto costruire un progetto che li vede impegnati in attività variegate”.
“I ragazzi lavorano in stretta collaborazione con le due associazioni che si trovano sul bacino di Roffia, la Canottieri e la Canoa San Miniato, che vogliamo ringraziare per l’accoglienza dimostrata in questo progetto – spiegano il sindaco Gabbanini e l’assessore Spalletti -, dando una mano non solo per quanto riguarda il taglio dell’erba e la manutenzione ordinaria delle sponde del bacino, ma garantendo un aiuto concreto anche nella gestione delle attrezzature e delle imbarcazioni. Non volevamo che la loro permanenza nel nostro comune fosse inoperosa, in questo modo diamo loro la possibilità di rendersi utili e cominciare ad inserirsi – proseguono i due amministratori –. Il progetto ha quindi una doppia valenza: da un lato contribuisce a dare a queste persone un’occupazione quotidiana, un modo per impiegare il tempo in maniera proficua; dall’altra è un prezioso contributo al lavoro quotidiano che le associazioni di canottaggio e canoa promuovo per l’attività sportiva sul nostro territorio”.