Carismi, marchio di San Miniato a rischio

26 luglio 2017 | 18:03
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Carismi, marchio di San Miniato a rischio

I tempi sono stretti: ancora 5 giorni o poco di più e Crédit Agricole – in Italia più conosciuta attraverso il marchio CariParma – cercherà di chiudere l’offerta vincolante per l’acquisto di Carismi. L’obiettivo è quello di non superare la fine di luglio, o comunque i primissimi giorni di agosto per la formalizzazione dell’offerta vincolate.

Le due diligence in cui gli uomini di Credit agricole hanno messo sotto la lente la situazione documentale di Carismi si sarebbero concluse con un esito favorevole.
Ultimo passaggio che rimarrebbe da perfezionare, ma si tratterebbe di poco di più di un perfezionamento su cui avvocati ed economisti stanno lavorando, è la cartolarizzazione delle sofferenza di Carismi, oltre 90 milioni di euro seguita dagli uomini di Cariparma del Fondo Atlante e del fondo interbancario. Una volta cartolarizzate le sofferenze ovvero trasformate in titoli, a quel punto il pacchetto potrebbe essere diluito tra fondo Atlante e fondo interbancaria e in parte anche attraverso Cariparma.
L’offerta vincolate sarà soggetta a vaglio di Banca d’Italie prima e poi della Banca centrale europea, che dovrà approvarla. Sostanzialmente una serie di buone notizie che si spera questa volta si concretizzino in un passaggio. Poi La Bce e Banca Italia dovranno fare le sue valutazione ed eventualmente dare il via libero.
L’obiettivo per i francesi è di chiudere l’intera operazione entro il 2017 con l’acquisizione del pacchetto di maggioranza della banca e la ricapitalizzazione. Stessa sorte che toccherà anche alle altre due banche che Crédit agricole sta acquisendo: la cassa di risparmio di Cesena e quella di Rimini, con un’operazione complessiva da circa 2 miliardi e mezzo di euro.
Unica perplessità che aleggia nei corridoi di Carismi è sulla sopravvivenza del marchio sanminiatese: all’orizzonte da parte di Cariparma potrebbe anche esserci la volontà di fondere completamente le banche e arrivare a creare un colosso in termini di sportelli e servizi di banca di prossimità sulla Toscana e sull’area tirrenica. Per decidere cosa fare del marchio Carismi, se rottamarlo o tenerlo a lato della due diligence, sarebbe stata fatta da Crédit agricole anche un’indagine di mercato per capire quanto sia radicato il marchio Carismi.
Intato su lfornte occupazionale oggi ilnumero uno della Fabi il sidanco dei banciari ha parlato di incentivi all’esodo e altre soluzioni per ridurre i livelli occupazionali in Carimsi. Lando Maria Sileoni segretario generale della Fabi il sindacato dei bancari, ha rilasciato una breve dichiaraizione quest’oggi dicendo: “Cariparma Credit Agricole, guidata dal Ceo Giampiero Maioli, nelle sue relazioni sindacali e industriali ha sempre dimostrato la massima attenzione verso i lavoratori e anche in questo caso siamo certi che troveremo una banca disposta a ragionare solo in termini di esodi e prepensionamenti su base volontaria. Il poco tempo a disposizione richiede tempestività e pragmatismo”.
“Chiediamo a Bankitalia – ha continuato Sileoni – e soprattutto al Ministero dell”economia di accelerare le procedure per consentire a Cariparma Credit agricole la messa in sicurezza delle casse di Rimini, Cesena e San Miniato al fine di evitare la liquidazione delle tre banche, che produrrebbe un costo per
il sistema bancario italiano pari ai 2,5/ 2,7 miliardi di euro, e di scongiurare un danno alla clientela e ai lavoratori degli istituti interessati. È indispensabile fare presto perché entro il 30 di questo mese bisogna trovare un soluzione che coinvolga tutti gli attori, compreso il fondo Atlante”.