
Sono pezzi di cuore e membri della famiglia. Da seguire come bambini, ma a differenza dei bambini non sudano, non piangono e spesso neppure si lamentano. Mentre noi ci alleggeriamo degli abiti, i cani al massimo cambiano pelo. Pensiamo di conoscerli, ma a volte basta poco per fare errori fatali. “Un cane, in auto d’estate, può arrivare al collasso in meno di mezz’ora”, spiega il veterinario Alessandro Bianchi. Un soffio, insomma: una distrazione, una telefonata, una chiacchierata un po’ più lunga con l’amica incontrata per strada può essere letale. Non solo: basta una corsa in giardino per farci perdere per sempre il nostro amico peloso. Dopo l’episodio di Orentano – sul caso le indagini sono in corso e dovranno accertare se ci sono responsabilità nella morte dell’animale -, Il Cuoio in diretta ha chiesto a un veterinario e alle forze dell’ordine come ci si comporta d’estate con un cane e cosa si rischia in caso di maltrattamenti o abbandono – che è una triste abitudine estiva -.
Premesso che incidenti e dimenticanze possono capitare a chiunque, ci sono cose che possono sembrare banali ma che, se ben chiare, evitano tragedie. “Una cosa da tenere presente, per esempio – spiega il dottor Bianchi – è che i cani non hanno ghiandole sudoripare e per regolare la temperatura corporea devono affidarsi alla respirazione: quando la temperatura corporea aumenta, aumenta anche la frequenza respiratoria”. Capita, a volte, di vedere cani che viaggiano in auto e, magari a finestrini chiusi, attendono che l’amico umano faccia colazione, la spesa, accompagni i bimbi a scuola. Normali routine, di pochi minuti, che possono essere pericolose d’estate.
“In auto a finestrini chiusi, nelle ore più calde della giornata estiva – spiega il medico veterinario – la temperatura interna dell’auto può arrivare a 60 gradi centigradi, con il cane che a norma ha 39 e il colpo di calore che arriva quando supera i 43. Il colpo di calore porta alla morte per collasso in circa 30 minuti. Il cane termodissipa solo aumentando la sequenza respiratoria, quindi l’aria è indispensabile”. Anche all’aperto comunque c’è da fare attenzione. “Ovviamente la temperatura aumenta anche per l’attività lavorativa”, quindi lasciare il cane libero di correre dietro alla bicicletta o con i bambini può essere bello quanto pericoloso. E il pericolo caldo aumenta per i cani scuri e con pelo folto.
Una serie di facili attenzioni – ma per niente scontate – sono scegliere per il nostro amico a 4 zampe aree ventilate, con spazi in ombra e acqua fresca a portata di zampa, cercando di limitare l’attività fisica nelle ore calde. Poi bisogna cogliere i segnali, a partire proprio dalla respirazione che si fa più forte quando la temperatura aumenta. “Sono piccole ma fondamentali attenzioni – per il veterinario -. D’altra parte chi sceglie di tenere un cane deve anche prendersene cura, che significa vaccini, medicine e tutto il resto, ma anche considerazione per il fatto che siamo diversi e che tocca a noi prestargli attenzione”. Per niente scontato è un controllo al rientro da una passeggiata dalla quale, per esempio, potrebbero aver riportato un fastidioso forasacco, che se viene introdotto nel corpo poi serve operare per rimuoverlo. Respirare a bocca aperta, infatti, porta una serie di complicanze: “Come succede a noi d’inverno, quando abbiamo il naso chiuso, respirare con la bocca fa raffreddare le tonsille e quindi il cane. In più non piove da un po’, quindi l’aria non è pulita ma ricca di pulviscoli”. Evitare gli incidenti è impossibile, “ma potrebbe aiutare un regolamento di convivenza uomo animale. Uno strumento del quale i comuni dovrebbero dotarsi, per far arrivare la legge dove non arriva il buon senso”.
Castelfranco, per esempio, questo genere di regolamento non lo ha. “Però – spiega il comandante della polizia municipale Giacomo Pellegrini – c’è un’ordinanza del sindaco che riguarda le norme di tenuta del cane”. Che deve essere sempre sotto custodia e dotato di chip, per essere ritrovato e riportato al proprietario qualora si perda o aggiri cancelli e recinti. E che, tra l’altro, è un ottimo deterrente contro gli abbandoni. “Se un cane riesce a scappare – spiega il comandante – e viene trovato in giro non succede niente e si riporta al proprietario. Ma se, invece, l’animale è stato abbandonato, allora scatta la multa e il proprietario deve anche rifondare le spese di cattura. La multa va da mille a 10mila euro”.
Il maltrattamento di animali, invece “è un reato – spiega il comandante – che si perfeziona con le sevizie, per esempio, ma che può essere anche omissivo: un cane non picchiato ma tenuto male, senza l’adeguato supporto, risulta maltrattato proprio perché la legge prevede la cura e la custodia dell’animale. Per il reato di maltrattamento sono state inasprite le pene, che ora vanno da 2 mesi a 4 anni di reclusione”.
Elisa Venturi