Quando ci avviciniamo per fare qualche foto ci rendiamo conto di essere già stati avvistati. Un topo, in evidente posizione di allarme, se ne sta in piedi in mezzo ai rifiuti con i sensi in allerta: al minimo accenno di rumore scatta e si nasconde sotto la campana del vetro. Non facciamo in tempo ad immortalarlo, ma niente ci impedisce di fotografare la distesa di immondizia tutt’attorno. Succede a San Romano, nei pressi della Torre Giulia lungo la Tosco Romagnola, ma la stessa identica immagine la troviamo anche in via Rodari all’Angelica, di fronte alla rampa di accesso del supermercato Conad.
Una situazione che va avanti da alcune settimane, come ci segnalano alcuni cittadini residenti nella frazione. Una situazione in cui inciviltà e problemi “burocratici” si intrecciano tra loro, lasciando dietro di sé un contesto di degrado e di sporcizia che non fa bene all’immagine del territorio e neppure alle tasche dei cittadini. In entrambe le isole ecologiche, infatti, sono presenti sia la campana del vetro sia il contenitore per gli abiti usati: mentre le campane non sono state svuotate per lunghe settimane, i contenitori per gli abiti continuano ad essere oggetto di furti e vandalismi. Anziché rivolgersi alle associazioni e alle Caritas locali, qualcuno preferisce forzare i contenitori per poter arraffare gli abiti di proprio gradimento, lasciando tutto il resto in terra. Il risultato sono delle vere e proprie discariche di abiti, stracci e bottiglie di vetro, che a loro volta attirano anche sacchetti stracolmi di rifiuti indifferenziati.
“Per quanto riguarda le campane – spiega l’assessore all’ambiente Alessandro Varallo – abbiamo avuto delle difficoltà con il calendario di Revet, alla quale abbiamo fatto un primo richiamo ormai venti giorni fa. In base al loro calendario, infatti, le campane in questione non risultavano ancora piene. Adesso abbiamo chiesto una revisione e il problema dovrebbe essere superato”. Nella mattinata di oggi, 15 giugno, la campana alla Torre Giulia appariva infatti svuotata, ma quella di fronte alla Conad si presentava ancora stracolma, con tanto di bottiglie infilate a forza una dentro l’altra. In entrambi i casi, però, in molti hanno lasciato il vetro tutt’attorno: “Quello che è rimasto fuori sarà rimosso domani – aggiunge Varallo -: la pulizia delle campane viene fatta sempre il venerdì”.
Più complicato, invece, trovare una soluzione al problema dei contenitori per gli abiti usati, la cui presenza è già stata ridotta rispetto al passato. “Quello che avevamo nella parte bassa di San Romano – ricorda Varallo – siamo stati costretti a toglierlo perché lo aprivano costantemente. A Capanne, addirittura, abbiamo trovato gli abiti sparpagliati in mezzo ai giochi per i bambini. Tra l’altro non si capisce per quale motivo, dal momento che la Caritas distribuisce gli abiti gratuitamente e già igienizzati”. I contenitori presenti nel territorio comunale sono attualmente gestiti da due cooperative sociali, la Coocapani e la Axis. “A breve andremo a togliere quelli della Coocapani – annuncia l’assessore – perché sono quelli che ci stanno creando le maggiori difficoltà. Per il resto vedremo come fare: alla fine ci toccherà mantenerli solo nelle zone controllate dalle telecamere. Già siamo in difficoltà perché abbiamo pochi operai, non possiamo essere costretti ogni giorno a ripulire il caos che viene lasciato da questi maleducati”.
Lo stesso problema, del resto, si era verificato anche con i contenitori per l’olio usato, per non parlare dei cestini utilizzati per gettare i rifiuti domestici. “Non riusciamo a comprendere il perché di tutti questi abbandoni – riprende Varallo –: ormai troviamo sacchetti di rifiuti indifferenziati gettati ovunque. È un peccato, perché quandosiamo costretti a rinunciare ad un servizio, togliendo magari i contenitori per l’olio o quelli per gli abiti usati, è una sconfitta per tutti. Anche le telecamere che presto compreremo non sono risolutive: alla fine permettono di spostare il problema solo da un posto all’altro, ma non otterremo niente finché non ci sarà un po’ di educazione. Per questo vogliamo provare a fare anche una campagna informativa”.
Giacomo Pelfer