Aperitivo col vescovo, ‘l’incontro ci parla di Gesù’ – Foto

9 giugno 2017 | 18:20
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Aperitivo col vescovo, ‘l’incontro ci parla di Gesù’ – Foto
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Aperitivo col vescovo, ‘l’incontro ci parla di Gesù’ – Foto
Aperitivo col vescovo, ‘l’incontro ci parla di Gesù’ – Foto

“Ci sono incontri che quando accadono rendono bella la vita. Ci fanno incontrare persone nuove, sognare, fare progetti”. Incontri nei quali ritroviamo Gesù e la parola del Vangelo. È questo il messaggio che il vescovo di San Miniato Andrea Migliavacca ha rivolto ai tanti giovani arrivati oggi pomeriggio (9 giugno), in piazza Duomo, per un aperitivo decisamente diverso dal solito. Un aperitivo con il vescovo, organizzato per il secondo anno dai ragazzi della onlus Nuovi Orizzonti.

Tra calici e stuzzichini, affacciati sulla terrazza naturale di piazza Duomo, il vescovo Migliavacca si è rivolto ai ragazzi parlando del tema dell’incontro. L’incontro con l’altro che ci parla di Gesù, “perché il Vangelo – ha detto – non è che il racconto dei tanti incontri di Gesù con i giovani, gli uomini e le donne”. Incontri di vita che Migliavacca ha voluto elencare, parlando anche di esperienze e momenti personali: storie di amici e conoscenti, con i lori drammi e le loro salite: “Storie che mi parlano di Gesù”. Un intreccio di storie e di incontri, da quello di Gesù con i suoi apostoli a quelli che ognuno di noi vive ogni giorno. La testimonianza viva e concreta di uno di questi incontri, che ha salvato la vita ad un bambino, poi Migliavacca l’ha voluto accanto a se: è Isak Nokho, musulmano, il giovane senegalese di Fucecchio che ha salvato il bambino in piazza San Carlo a Torino la terribile sera della partita Juventus-Real Madrid.    

“Io un incontro ve lo voglio raccontare, anzi tanti: si tratta di quei giovani andati a Gerusalemme che mi raccontavano, a Pavia, la loro magnifica esperienza” ha detto il vescovo. “Penso a Matteo, di Vigevano, che a 42 anni si è scoperto un tumore, ha sofferto, ha affrontato un’operazione che lo ha reso paralizzato; penso alla speranza e al dolore, la scoperta del ritorno della malattia ed il cammino, con la moglie che lo ha accudito amorevolmente fino alla fine. E poi penso a Matteo Farina, giovanissimo dal carattere solare e la personalità magnetica, con una grande fede che lo ha accompagnato fino alla morte. Oggi la diocesi ha cominciato il percorso per la sua beatificazione”. Migliavacca ha poi speso nuove parole per il suo amico Andy Rocchelli, 30enne fotoreporter pavese ucciso sabato 24 maggio 2014 in Ucraina. “Era fotografo e raccontava storie: le storie dei suoi incontri” ha detto. “Spesso mi aveva raccontato la sua fatica più grande, il non credere più. Eppure in seminario veniva spesso a trovare risposte alle due domande, ed altre persone che cercavano di avvicinarsi a Gesù con lui. Quel giorno, in Ucraina, mentre suo figlio Nico compiva 3 anni, è stato ucciso da una granata. Andy in tutto questo mi ha fatto incontrare Gesù.

“Ma Gesù è qui fra noi. Fra tutti noi, mentre ci incontriamo. E nel nostro vagare per il mondo non abbiamo che da aprirci” ha aggiunto. “Se leggiamo quel racconto di tutti gli incontri di Gesù, tanti sono i giovani a cui ha cambiato la vita incontrandoli. C’è scritto nel Vangelo di Matteo che in quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: ‘A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo‘. Penso poi ad un grande vescovo, don Tonino Bello, che invece diceva: “Gesù non compie mai violazioni di domicilio, entra ove è accolto. Accoglietelo, incontratevi, incontratelo. Senza paura.”

“Anche a San Miniato – ha aggiunto il vescovo – ho incontrato chi mi parla di Gesù. Penso ai tanti ragazzi qui a San Miniato, all’azione cattolica, a chi dedica tempo alle parrocchie. Quanti giovani ci fanno incontrare Gesù. Auguro a tutti voi lo stesso”. E proprio tra queste storie c’è anche quella di Isak, che prima di unirsi all’aperitivo con tutti gli altri, al calar del sole, come vuole il Ramadan, ha voluto raccontare la sua esperienza, proprio dopo l’intervento di Migliavacca. “Non so chi mi ha dato la forza di fare quel che ho fatto in quelle condizioni – ha detto – ma non vedo niente di eccezionale in quello che subito mi è venuto di fare. L’unica cosa che può vincere nel mondo è l’amore, questo è ciò che ho imparato. Questo è l’unico messaggio che voglio dare: state vicini fra voi”. 

Nilo Di Modica