
In platea c’erano una manciata di famiglie vittime del crac della cooperativa Primavera 90 (qui Da 5 a 9 anni di carcere per il crac della Primavera 90). Poi quelle che vivono nei pressi della M3 a Ponte a Egola e anche una rappresentanza di tifosi del Tuttocuoio. Una 60ina di persone in tutto quelle che ieri sera 29 maggio hanno partecipato alla consulta di Ponte a Egola, ma tutte molto interessate agli argomenti messi in ordine del giorno. D’altra parte M3, fognature e Leporaia sono tra i temi che più stanno a cuore ai ponteaegolesi anche perché da anni sono in attesa di una vera e duratura soluzione.
Parlando di lavori pubblici e sport erano presenti gli assessori Marzia Fattori e David Spalletti, seduta tra il pubblico c’era la vicesindaco Chiara Rossi. Assente per un impegno già preso il sindaco Vittorio Gabbanini. Con un po’ di ritardo è arrivato anche l’ingegnere Antonino Bova, mentre non è arrivata, pur essendo attesa, Monica Salvadori. Il Leporaia, probabilmente, la questione più spinosa, anche perché preme su una ferita fresca, quella della retrocessione e delle parole poco concilianti del presidente Dolfi (qui “Il Tuttocuoio mi ha dato tanto, ma anche una grande sensazione di solitudine”, il giorno dopo del presidente Dolfi). Secondo quanto riferito ieri sera, infatti, nonostante i lavori, l’impianto sportivo non sarebbe idoneo ad accogliere le partire della serie D. “C’erano dei lavori da fare per rendere l’impianto idoneo almeno per la D – è stato spiegato – prescritti dal 2011 ma che non sono ancora stati fatti”. Proprio oggi, il Comune ha ribadito il suo impegno “nella direzione di migliorare la struttura” (qui San Miniato si stringe al Tuttocuoio e garantisce sostegno) e il destino della squadra neroverde è ancora incerto, ma a irritare i tifosi è il fatto che “non basta neppure retrocedere per giocare nello stadio di casa”.
Più complicate – se possibile – le altre questioni. La decina di famiglie vittime del crac della cooperativa Primavera 90 non ha mai nascosto di attribuire parte della responsabilità politica all’amministrazione comunale – nonostante il Comune si dichiari esso stesso vittima – e ieri sera lo hanno ribadito. Annunciando che “in Comune non ci torneranno neppure più” e che continueranno nella propria battaglia legale.
L’attesa è la parola chiave quando si parla di M3: attesa per l’esercitazione più volte annunciata e non ancora fissata, attesa per il 2018, data ultima per il trasferimento dell’azienda. E, ancora attesa, visto che “non s’è capito se quando la M3 è subentrata, il Comune avrebbe potuto o no negare l’autorizzazione”.
“Troppe incertezze e poca chiarezza su temi importanti”, secondo i partecipanti alla consulta, tornati a casa con molti dubbi.