





Sbandieratori, musici e figuranti hanno invaso il centro cittadino aprendo ufficialmente la giornata del Palio di Castelfranco di Sotto. Una finestra che come ogni anno regala al pubblico uno sguardo sulla Castelfranco che fu, fra inquisitori e fattucchiere, dame e cavalieri, ma anche scorci di quotidianità e antichi mestieri, creando alla fine un clima festoso.
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La sfilata storica come sempre ha preso le mosse dall’argine dell’Arno, là dove secondo la tradizione tutto è iniziato dall’attività dei “renaioli”, che fra XII e XIII secolo raccoglievano la sabbia per costruzioni dragando il fiume. Proprio la storia, come sempre, è stata protagonista della mattinata, con gli argomenti messi in scena dalle quattro contrade. San Bartolomeo, la prima a sfilare, ha portato la tradizionale Fiera di San Severo, con particolare riferimento alla fine dell’800. L’alchimista con il suo rimestare fra alambicchi ed improbabili elisir; il fotografo, vera e costosa attrazione per le fiere di paese di un tempo; la cartomante intenta a far le carte e predire il futuro ai clienti; il tutto incorniciato da un folto gruppo di giocolieri, mendicanti e venditori ambulanti. Tutta settecentesca la scelta di San Martino, che porta in sfilata un argomento che strizza l’occhio tanto alla storia locale quanto alla più nobile rievocazione storica toscana: il Palio di Siena. Il riferimento è alla figura della principessa Violante di Baviera, vedova di Ferdinando De Medici e governatrice della città di Siena per la quale scrisse il celebre editto da cui prendono forme e dimensioni ancor’oggi le contrade senesi. Figura che il 24 maggio del 1727 venne in visita proprio a Castelfranco, per un appuntamento coronato da un tè preso nella bella cornice del convento di clausura dei Santi Jacopo e Filippo. I tempi bui della Santa Inquisizione sono invece rievocati da San Pietro a Vigesimo, che ci piomba col 1600 all’epoca in cui, anche nella vale dell’Arno, si narra di una guaritrice incarcerata e condannata per volere del vescovo di Lucca. Non poteva poi mancare, in questa Zona del Cuoio, un riferimento anche storico alla manifattura regina di queste zone: “Dalla concia alla scarpa” è il tema di San Michele, dedicato alla nascita delle prime aziende manifatturiere nel 1915.
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