Gesù non fa ridere i fedeli, oscurato il Vernacoliere

12 maggio 2017 | 08:51
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Gesù non fa ridere i fedeli, oscurato il Vernacoliere
Gesù non fa ridere i fedeli, oscurato il Vernacoliere
Gesù non fa ridere i fedeli, oscurato il Vernacoliere

Non sono guerra e pace a dividere ma… Gesù. Anzi, il Vernacoliere. Tanto da costringere l’edicola del paese a tappare (ma qualcuno direbbe “censurare”) la locandina del periodico satirico, portatrice questo mese di un messaggio pacifista in pieno stile labronico.

Succede in pieno centro a Santa Maria a Monte, lungo la via San Sebastiano che passando per l’edicola porta, manco a dirlo, ad una chiesa. Una strada come un’altra del borgo, se non fosse che in questo mese, con le preghiere e le veglie del Maggio, in tanti, tutte le sere, la attraversano per andare al chiesino. Solo che a qualcuno quel Gesù, che invoca la redazione del giornale livornese, scomodando nientemeno che il Padreterno e richiamando i grandi della terra con un bel “Guerra una s…!”, proprio non è andato giù. Tantomeno la minaccia del divino “babbo” ad americani e coreani, scritta a caratteri cubitali, di trovare miglior posto per le bombe proprio lì, dove non batte il sole. “Capita che ci chiedano di toglierle in occasione di una processione. Ma stavolta è diverso. Era un continuo di persone che ci segnalavano quella locandina, qualcuno anche con toni decisi – dicono le titolari dell’edicola. – Sulle prime abbiamo cercato di spiegare che siamo un esercizio commerciale, che non rispondiamo di tutto ciò che vendiamo e che da noi vengono a servirsi laici e cattolici. Ma di fronte all’insistenza alla fine, prese dallo sconforto, abbiamo provato a mediare”. E la mediazione, un foglio bianco posto a coprire il “Gesù” della discordia, ha finito per essere la proverbiale toppa che fa peggio del buco, tanto da scatenare un piccolo dibattito in paese. “Quando ho visto la locandina del Vernacoliere “intoppinata” ho provato un senso di repulsione immediata – denuncia Gerardo Esposito, residente del centro – è ridicolo”. Piccata e pungente la risposta dello storico direttore del Vernacoliere Mario Cardinali, che alla maniera sua si dice dispiaciuto per il messaggio pacifista non colto, evidentemente, da certi umori di paese. “I culi creano ancora un certo scandalo, specie al nord. Ma problemi Gesù ne dà meno – risponde divertito. – Avrei preferito di gran lunga che a dar noia fosse la minaccia della guerra che incombe. Qualcuno c’è venuto a dire che Gesù sarebbe neutrale, perché? Quindi sarebbe indifferente di fronte alla guerra? Il nostro però è un Gesù livornese. E’ un Gesù di popolo. Ma i tanti piccoli e grandi talebani che costellano questo paese certe cose proprio non le buttano giù e finiscono per prendersela con gli edicolanti”.

In principio fu la Festa New Age

Non è la prima volta che il mondo cattolico insorge a Santa Maria a Monte a difesa di tradizioni minacciate e simili. Celebre, al grido di “no alle pseudo-religioni, si alle nostre tradizioni” la battaglia che prese campo nella prima metà degli anni duemila contro quella che all’epoca si chiamava “Festa New Age”; in un comune in cui devozione e credo religioso, molto forti e radicati nella comunità, spesso sono entrate di forza nel dibattito pubblico. Un paio di giorni di eventi, di solito in settembre, nei quali presso il museo di Casa Carducci, al Palazzo Comunale e lungo le strade del capoluogo, fra mercatini, stand e dibattiti si affrontavano temi come kinesiologia, ayurvedica, pratiche yoga, qui gong, tai chi, ma anche cristallo-terapia, metodi di rilassamento, medicina alternativa e così via. 

Intanto, dicono in molti, ad interessarsi di questa vicenda questa volta sono state anche persone vicine alla parrocchia. “In paese quella locandina ha destato molto interesse da parte del mondo cattolico – dice un residente del centro storico. – Hanno chiesto informazioni, fotografato la locandina”. Qualcuno, si dice, avrebbe posto il problema anche ad altre edicole. In un paese assai rinomato per la sua devozione. La battaglia sul Gesù è aperta. E chissà l’Onnipotente “babbo”, di tutto questo trambusto, cosa avrebbe da dire.

Nilo Di Modica