


Nove mesi per costruirla e una maledizione che per 15 anni ha visto la squadra arrivare in finale 5 volte e chiudere il campionato con una delusione. Poi, ieri sera 11 maggio è successo: le ragazze del volley dell’Igor Novara sono campionesse d’Italia. Una gioia immensa quella esplosa, che la squadra, Carlotta Cambi compresa (qui Carlotta Cambi, dalla prima palla alla carriera in A1), ha festeggiato fino a tardi, tanto che stamattina la colazione è quasi un pranzo. Dopo tanti allenamenti, fatica, sudore e concentrazione, questo è il tempo di festeggiare.
Il contratto di Carlotta scade quest’anno, ma di questo si parlerà più avanti: ora la gioia incontenibile e contagiosa, domenica la festa in piazza con la cena per festeggiare insieme alla città e poi, da lunedì, il rientro in Toscana, a Montopoli, per riposarsi un po’. Quando la incontri per Montopoli, Carlotta è un bellissimo e dolce gigante, ma nella foto ufficiale dell’Igor Volley Novara sembra piccina: ha solo 20 anni e la determinazione di una campionessa. Te lo ricorda appena sveglia, quando certe cose, in genere, sembrano un bellissimo sogno.
“No, no – dice – quando ho aperto gli occhi ci credevo eccome, sapevo benissimo cosa era successo, ne ero sicura: su certe cose non hai dubbi”. Il risveglio è stato lento, perché difficile, con tanta adrenalina addosso, è stato smettere di festeggiare per andare a dormire. “Finalmente scudetto” è stato l’urlo liberatorio della società che ha fatto esplodere il PalaPanini, che quel sogno lo inseguiva da 15 anni. Un titolo costruito passo passo, con la determinazione e la costanza di chi alla maledizione non ci crede: Novara nei playoff ha ingranato le marce alte, senza perdere un colpo, aumentandole di continuo. Fino alla fine, quando nel campo di casa inizia bene, con addosso il peso di quella vittoria che non ci sta a vederla sfumare ancora. LiuJo Nordmeccanica Modena ci prova ma il risultato è un secco 0-3 (20-25, 17-25, 17-25). “Il primo scudetto non si scorda mai”, la frase stampata sulle magliette dello staff tecnico a bordo campo. E se il primo scudetto della tua squadra è anche il primo tuo, la data è di quelle indimenticabili. E ora? “Mi concentro sui festeggiamenti. Poi torno un po’ in Toscana a farmi coccolare e poi si vedrà. Alcune ragazze tornano in nazionale, altre resteranno qui, ma ancora non lo so”. In una vita programmata al minuto, un po’ di caos fa bene.
Elisa Venturi