





A 50 anni dalla morte del controverso e ora riabilitato don Lorenzo Milani, nell’anno in cui il Papa ha programmato una visita a Barbiana, il Dramma Popolare propone a San MiniatoVangelo secondo Lorenzo, uno spettacolo ispirato al prete nato ricco che ha dedicato la vita all’istruzione dei poveri. Inevitabile l’accostamento a san Francesco d’Assisi, tanto di più che quest’anno il Dramma si sposta: non sarà in piazza Duomo, ma in San Francesco.
Quello dedicato a don Lorenzo è l’evento cluo della Festa del Teatro, che come filo conduttore avrà la parola che rende liberi e uguali, la parola che salva. Ad annunciarlo è stato il presidente della Fondazione Idp Marzio Gabbanini presentando il ricco cartellone del festival. “Vangelo secondo Lorenzo” (scritto da Leo Muscato e Laura Perini) – in scena dal 20 al 26 luglio alle 21,30 – traccia le vicende del prete-maestro di Barbiana e di quanti gli furono accanto ripercorrendo le fondamentali tappe di snodo di quella vicenda umana, sociale e spirituale.
Lo spettacolo è parte di un ampio progetto celebrativo promosso dalla Regione Toscana ed è frutto della coproduzione tra Associazione Arca Azzurra Teatro, Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Fondazione Teatro Metastasio, Fondazione Istituto Dramma Popolare. Nel cast diretto da Leo Muscato: Francesco Borchi, Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Elisa Cecilia Langone, Fabio Mascagni, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Beniamino Zannoni. e con Alex Cendron nel ruolo di Lorenzo Milani. Nello spettacolo reciteranno anche cinque bambini nel ruolo degli allievi della scuola di Barbiana.
“Abbiamo ricevuto questa proposta ormai un anno fa – ha raccontato l’autrice Laura Perini -. Ci siamo tuffati in questo viaggio meraviglioso. Studiando don Milani abbiamo deciso di concentrare la drammaturgia su due fasi della sua breve vita, che corrispondono ai luoghi del suo apostolato: a San Donato a Calenzano, centro agricolo poi coinvolti dal boom industriale, e successivamente a Barbiana. In mezzo c’è la frattura e l’umiliazione. E’ stato un viaggio alla scoperta del grande sentimento di solitudine di don Milani”
Per il presidente Marzio Gabbanini si tratta della sesta edizione alla guida del Dramma: “I nostri obiettivi sono sempre gli stessi – ha detto Gabbanini durante la presentazione -: innanzitutto coinvolgere un numero sempre maggiore di persone. Perché la nostra concezione di popolarità riflette un’idea di estensione ma non di bassa qualità: le persone devono sentire il Dramma come qualcosa che gli appartiene. L’altro obiettivo che ci siamo posti è quello di trovare un filo conduttore per ogni edizione. Quest’anno abbiamo ritrovato il valore del linguaggio e della parola: una parola che rende liberi. Questo tema nasce anche da due iniziative con i ragazzi del Cattaneo, che hanno collaborato il 2 aprile alla rappresentazione della Passione, e il 15 aprile con più di 350 ragazzi del comprensorio nell’auditorium di Carismi. La parola è l’elemento aggregante del festival, che accompagnerà i vari spettacoli fino ad arrivare a quello centrale dedicato alla figura di don Milani”.
Come lo scorso anno, due degli spettacolo in programma si svolgeranno in due frazioni, a San Miniato Basso e a Cigoli, ma la grande novità riguarda soprattutto la location dello spettacolo del Dramma. “Il Dramma torna in un’altra grande cornice molto cara ai sanminiatesi – ha proseguito Gabbanini: dentro la chiesa di San Francesco: ci è sembrato il modo ideale per legare la figura di don Milani a quella del frate di Assisi”. Ringrazio quindi la fondazione Carismi, senza la quale il Dramma non esisterebbe, insieme al vescovo Andrea Migliavacca, alla Cassa di Risparmio Spa e al comune di San Miniato.
Tra le novità di quest’anno, però, c’è anche l’importante riconoscimento che il Dramma Popolare di San Miniato riceverà il prossimo 10 giugno. Grazie alla segnalazione di Filippo Lotti, socio del Dramma, l’isituto sanminiatese riceverà la medaglia Laurenziana per il Premio “Lorenzo il Magnifico”, che sarà consegnata nel salone dei Cinquecento dal sindaco di Firenze.
Il filo conduttore
La professoressa Laura Baldini, chiamata a sostituire il direttore artistico Masolino D’Amico (assente alla presentazione per motivi personali) ha sottolinato il significato del linguaggio come filo conduttore della Festa del Tetaro 2017: “Il linguaggio è inteso come riscoperta di se stessi e dei vincoli familiari. Nel primo spettacolo, quello che inizia il 26 giugno, la protagonista è una donna impegnata nella ricerca farmaceutica che scopre di avere un tumore al cervello: la parola è lo strumento per ricostruire gli affetti familiari un po’ trascurati. Un testo che ci chiama ad interrogarci, chiedendoci cosa può darci il linguaggio per ricreare i legami. L’altro aspetto è quello del linguaggio come strumento per superare le barriere fra culture. Lo spettacolo “Leila della tempesta” è dedicato proprio a questo. Gli altri spettacoli, inveci, cercano di portare l’attenzione sulla complementarietà del linguaggio”.
“La figura di don Milani trova una singolare attualità nel cammino della chiesa oggi – ha commentato il vescovo Andrea Migliavacca -. Credo si possano rilevare almeno due coincidenze. Da un lato lo spettacolo si colloca nel decennio del cammino della Chiesa italiana che sta riflettendo sul tema dell’educazione, mentre l’altra coincidenza è il prossimo sinodo che avrà per tema proprio i giovani: conosciamo tutti l’attenzione che don Milani ha avuto per i giovani. È quindi una preparazione della nostra Chiesa verso il sinodo”.
La Festa del Teatro, sul filo rosso della parola e della sua forza – e sostenuta, come sempre, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato – si aprirà con una prima assoluta: “La cura”, testo e regia di Gherardo Vitali Rosati con Elena Arvigo, Alberto Giusta, Dalila Reas, Luca Tanganelli e musiche di Tommaso Tarani. Un’opera che parla al cuore e manda un messaggio di speranza, raccontando la storia di una donna che nel dramma di una malattia si confronta con aspetti della vita sempre trascurati. Due repliche: 26 e 27 giugno al Giardino della Cisterna della Misericordia di San Miniato alle 21,30. Il 3 luglio, nel Giardino della Cisterna a San Miniato alle 21,30, ci sarà un’altra prima, “Note di Toscana: diario di un moderno viaggiatore antico” di e con Francesca Breschi e Vincanto. E’ la storia di un viaggio capace di far rivivere una Toscana antica, riscoperta sul diario che un viaggiatore d’altri tempi ha voluto consegnare nelle nostre mani; un quaderno dove, con grande cura e amore, è annotata ogni pietra, ogni storia, ogni voce. Il festival prosegue poi con “Dialoghi degli dei” (nel Giardino della Cisterna a San Miniato il 7 luglio alle 21,30), uno spettacolo di Massimiliano Civica e I Sacchi di Sabbia con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Iliano, Giulia Solano. Quindi “Leila della tempesta” di Ignazio De Francesco regia Alessandro Berti con Alessandro Berti e Sara Cianfriglia (nel Santuario di Cigoli – San Miniato – l’11 luglio alle 21,30). Infine sarà la volta dello spettacolo “Il viaggio del piccolo principe”: libero adattamento di Mario Costanzi da Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry. L’esibizione live di Mario Costanzi è realizzata con una band acustica, tra cui Lorenzo Alderighi al basso, Francesco Carusi alla batteria, e Francesco Gronchi. Durante le canzoni l’illustratrice Laura Mariotti esegue acquarelli colorati ispirandosi alla grafica originale dell’autore del Piccolo Principe, arricchendola di elementi pittorici tratti dalle canzoni, mentre l’attore Davide Bardi leggerà alcuni brani tratti dal Piccolo principe Lo spettacolo andrà in scena il 14 luglio alle 21,30 alla Misericordia di San Miniato Basso.