
La pensione d’invalidità è stata accordata ormai da più di un anno, intorno a maggio del 2016. A distanza di dodici mesi, però, ancora non si vede, bloccata evidentemente da una pratica burocratica che continua a ritardare. “Non è per lamentarsi, ma per segnalare che il sistema proprio non funziona”. A raccontare il caso è il marito di una donna residente in una frazione del comune di San Miniato.
La donna, sottoposta a dialisi e in attesa di un trapianto, si è vista riconoscere un’invalidità del 100 per cento nel maggio dello scorso anno: in tutto 278 euro al mese, che magari non cambieranno la vita ma sono comunque un aiuto in più, specialmente per una persona alle prese con un grave problema di salute. “All’inizio ci avevano detto che la pensione sarebbe arrivata a partire da novembre – racconta l’uomo – ma ancora non abbiamo visto niente. Per quanto mi riguarda, io ho la fortuna di avere un lavoro e uno stipendio, quindi posso cavarmela anche senza, ma non posso fare a meno di chiedermi cosa deve fare una persona che ne ha davvero bisogno”.
Un ragionamento dalla conclusione amara, che l’uomo estende anche ad un altro problema: quello delle prestazioni sanitarie. “In vista del trapianto – racconta – mia moglie deve sostenere quasi una ventina di esami. Telefonando al Cup dell’ex Asl di Empoli, però, per farli tutti è necessario comunque prevedere un arco temporale di un anno, fino al 2018, anziché concentrali tutti in un tempo ristretto. Alla fine, dal momento che non sappiamo quando sarà possibile avere il trapianto, c’è il rischio di dover ripetere alcuni esami perché magari sono scaduti. Così ho deciso di rivolgermi privatamente”. E anche in questo caso vale lo stesso discorso: “Io sono fortunato e posso permettermi di scegliere – conclude l’uomo – ma in giro vedo un sacco di famiglie che sono veramente in difficoltà. Mi chiedo come facciano queste persone. È evidente che c’è qualcosa che non funziona”. (g.p.)