Calzatura, c’è l’accordo: 70 euro in più e fondo sanitario

27 aprile 2017 | 13:42
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Calzatura, c’è l’accordo: 70 euro in più e fondo sanitario

L’intesa è arrivata nel cuore della notte, addirittura intorno alle 4, al termine di un’intensa trattativa iniziata nella giornata di ieri (26 aprile). Alla fine, Assocalzaturifici-Confindustria e i sindacati Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil hanno siglato l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto 2016-2019 del settore calzaturiero. Il contratto, che coinvolge oltre 80mila addetti in più di 5mila imprese italiane, era scaduto il 31 marzo 2016. Sembra chiudersi così una “battaglia” che appariva più che mai complicata, con le posizioni rimaste fino all’ultimo distanti e per molti aspetti incompatibili. Adesso, in attesa di sottoporre l’ipotesi di accordo all’interno delle aziende, i sindacati hanno revocato lo sciopero fissato per il 5 maggio.

L’intesa prevede un aumento complessivo pari a 90 euro (minimi e welfare contrattuale). L’aumento sui minimi salariali è di 70 euro (4° liv.), suddiviso in tre tranche: dal 1 aprile 2017 25 euro, dal 1 aprile 2018 altre 25 euro, infine altre 20 dal 1 aprile 2019.
Sul versante del welfare contrattuale, viene finalmente istituito il Fondo integrativo sanitario di settore: 12 euro a carico delle imprese, di cui 8 euro dal 1 gennaio 2019 e 4 euro dal 1 settembre 2019. Previsto inoltre un incremento (+0,5% euro, circa 8 euro), a partire dal 1 gennaio 2019, per il Fondo pensionistico complementare “Previmoda”, sempre a totale carico delle imprese.
Per tutte quelle imprese che ancora non esercitano la contrattazione di 2° livello, viene riconosciuto un elemento di garanzia retributiva: 200 euro dal 2017, 250 euro dal 2018, 300 euro dal 2019.
“Anche in questo contratto – dicono i segretari nazionali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, Stefania Pomante, Mario Siviero, Riccardo Marcelli – abbiamo superato numerose difficoltà, soprattutto in tema di salario, trovando una soluzione condivisa tra le parti e ripristinando quel clima di buone relazioni industriali solido e partecipativo che ha contraddistinto il settore in tutti questi anni. L’impegno sottoscritto per un protocollo sulla legalità – aggiungono soddisfatti – è un segnale importante e qualificante perchè testimonia una convergenza tra associazioni imprenditoriali e sindacati non solo di interessi ma anche di principì. Ora – concludono – il reddito di migliaia di lavoratrici e lavoratori delle calzature e il loro welfare contrattuale è salvaguardato, dopo anni di crisi che lo aveva falcidiato”.
Nel campo delle normative, l’intesa prevede un ulteriore miglioramento delle relazioni industriali e della responsabilità sociale dell’impresa, puntando sulla piena operatività dell’Osservatorio nazionale e sul suo monitoraggio per le politiche di sviluppo delle produzioni in Italia e sulle condizioni per facilitarne iniziative di “reshoring” (il ritorno a casa di produzioni oltre confine, n.d.r.). Quanto alla contrattazione di secondo livello, le parti hanno deciso di arricchirla, assegnandole materie quali: le staffette generazionali, l’occupazione giovanile, il consolidamento a tempo indeterminato dei contratti atipici, max 30% la somma dei tempi determinati e somministrati (per quello in somministrazione fino al max 10%), la possibilità di attivare forme di “smart-working” (lavoro agile).

Una vera e propria novità arriva dai diritti: il part-time sale dall’ 8 al 12% e diventa vincolante in caso di figli con handicap fino a 13 anni di età. Fortemente voluto il congedo parentale, che diviene obbligatorio per il padre. Normato anche il percorso per le adozioni internazionali. Inoltre, come si diceva, importante e significativa è l’introduzione nel contratto di un vero e proprio protocollo sulla legalità.
Infine c’e’ l’impegno delle parti ad intervenire a livello ministeriale per far fronte al problema della ciclicità in caso di richiesta di ammortizzatori sociali.
“L’intesa – fanno sapere i sindacati – sarà subito sottoposta alle assemblee dei lavoratori per la definitiva approvazione”. Per effetto dell’intesa raggiunta, viene ritirato lo sciopero nel settore previsto il 5 maggio.